Fig. 1

Articolo pubblicato su IUA n° 2, anno X, Febbraio 2023

Montefioralle, uno dei borghi più belli d’Italia, splende sulla Val di Greve con il suo paesaggio e le sue opere d’arte. Il luogo racchiude una grande storia che inizia dal periodo etrusco.  

  È breve il cammino tra Greve in Chianti e il castello di Montefioralle. Si percorre una strada in ripida salita, bella quanto antica: il tracciato del percorso etrusco da Fiesole a Volterra passava da qui. Alla fine del breve tragitto si raggiunge Montefioralle, uno dei borghi più belli d’Italia, un tempo Monte Ficalli “nome derivato probabilmente dalla quantità delle piante di fico che vi allignavano, sebbene più tardi venisse, non so come, cangiato in quello che attualmente porta di Monte Fioralle” afferma il Repetti nella prima metà del XIX secolo.

Fig. 1 – Il borgo di Montefioralle, panorama (2022)

Per avere un’idea del paese è bene fare non solo un giro interno, scoprendo la strada ellittica che si snoda tra le antiche case (Fig. 2), ma uscire dalle sue antiche porte (Fig. 3) e cercare qualche strada o sentiero nelle immediate vicinanze scoprendo lo straordinario panorama costituito dalla visione del borgo (Fig. 1) e dei vicini castelli (Fig. 4).

Fig. 2 – Strada di Montefioralle, (2022)
Fig 3 – Porta Nord di Montefioralle (2014)
Fig. 4 – Castello di Colognole, nei pressi di Montefioralle (2022)

Alla bellezza del luogo si affiancano pagine di grande storia. Si ipotizza che qui ci sia stata la prima comunità etrusca della Val di Greve (se non addirittura insediamenti precedenti), poi un municipio romano e successivamente il castello medioevale. Le mura e le relative porte hanno, pertanto, origini remote, vista la posizione strategica su un colle lungo una rilevante via di comunicazione. Ruolo consolidato dalla vicina presenza di due antichissime pievi, San Pietro a Sillano (Fig. 5, vedi foto sotto) e San Cresci (Fig. 6, vedi foto a sinistra).

Per la prima esistono documenti scritti del IX secolo che la menzionano: il nome stesso, “Sillano”, richiama i veterani di Silla, qualcuno dei quali potrebbe aver ricevuto terreni in zona.  La pieve di San Cresci è documentata dal X secolo, ma la sua intitolazione al martire del III secolo fa presuppore origini più antiche. Ha una architettura particolare, con un elegante nartece. All’interno contiene un pregiatissimo organo, costruito a Pistoia nel 1865 dalla famiglia Tronci. Entrambe le pievi sono ubicate lungo l’asse definito dalla “strada del guardingo di Passignano” che dalla Val di Greve si dirigeva verso la Valdelsa; avevano vasti territori compresi da Passignano a Cintoia. Nei secoli vari eserciti sono passati da Monte Ficalli. Nel 1260, dopo Montaperti, i Ghibellini si accanirono contro le case dei Guelfi; nel 1325 Castruccio Castracani, assediando Firenze, si scagliò contro le campagne a sud della Città del Fiore distruggendo tutto il possibile fino a Monte Ficalli. Nel 1530, durante l’assedio di Firenze, di qui passarono le truppe di Carlo V, che procedettero a “scapitozzare” le torri dei castelli della Val di Greve, tra cui anche quelle di Monte Ficalli. Dopo il 1555, con il dominio di Firenze sulla Toscana, non ebbero più ragione di esistere le opere di fortificazione e gran parte delle case che oggi vediamo furono allora costruite al posto di torri, mura e cammino di ronda.

Ma la pagina di storia più violenta che ha interessato queste terre si è svolta tra il 21 e il 23 luglio 1944: la battaglia di monte Fili, uno degli scontri più importanti della grande battaglia del Chianti, senz’altro tra gli episodi più importanti della II Guerra Mondiale. L’altura è immediatamente a ovest di Montefioralle, di importanza strategica a cavallo tra Val di Greve e Val di Pesa. Posizione utilizzata fin dall’antichità: in epoca romana la famiglia dei Filippi qui aveva un castello, e probabilmente già in epoca etrusca esisteva un insediamento. Nel medioevo il castello fu utilizzato dai longobardi, la torre era un ottimo punto di vedetta. Gli edifici furono devastati dai Ghibellini dopo la battaglia di Montaperti, intorno al 1261. Nel luglio 1944 qui passava la “linea verde”, uno dei percorsi utilizzati dagli eserciti Alleati per raggiungere Firenze. L’assalto a Monte Fili venne condotto dai Carabinieri Reali Sudafricani, che paragonarono Monte Fili a Gibilterra in quanto la postazione tedesca appariva inespugnabile come la rocca alle porte del Mediterraneo. L’attacco iniziò all’alba del 22 luglio, per concludersi con la presa della cima del Monte Fili alle 13.30 del 23. Le truppe alleate attraversarono Montefioralle alle 20.30, per andare a liberare Greve in Chianti. Gli Alleati entrarono nella Greve liberata il 24 luglio alle 13.30.

Per dare un’idea di quello che successe in quei giorni non posso che citare un brano del grande storico Carlo Baldini che, nella sua imponente opera “La seconda guerra mondiale da Greve in Chianti a Firenze «Sulla strada del cuore»”, così descrive la battaglia.

Per tutta la giornata la confusione è immensa e caratterizzata da grossi combattimenti su tutta la linea da Lucolena a Monte Fili. Tutta la valle della Greve rimbomba di mille rumori e scoppi. Il fronte è un continuo sussulto di scoppi in partenza e in arrivo dei cannoni e dei mortai. Caccia e caccia-bombardieri a volo radente si susseguono sulle vette dei monti e nella valle, spezzonando e mitragliando le posizioni germaniche o ritenute tali. Il rumore degli aerei e il sibilo delle bombe che cadono e il loro scoppio punteggia lo scrosciare dei proiettili delle mitragliatici che passa nell’aria in modo continuo e quasi allegro. Si odono richiami o grida di soldati e comandanti, tutti gutturali, ordini secchi e grida di incitamento, provenienti dai più disparati posti: dai borri alle ombrose vallecole; da dietro le barche di grano, lungo i viottoli, sui terrazzamenti dei campi e grida di lamenti e feriti…

Molte sono le testimonianze storiche e i documenti attinenti a Montefioralle e ai suoi abitanti, ben riportati nei testi che vi propongo in bibliografia. Qui faccio cenno a una storia tratta da “I Ciompi: cronache e documenti: con notizie intorno alla vita di Michele di Lando” che Giuseppe Odoardo Corazzini pubblicò nel 1887 mettendo insieme antichi manoscritti. Siamo nel 1387. Nel “Diario dello squittinatore” (scrutatore) si racconta di un certo fabbro Nicolò, detto anche Ismacca da Monte Ficalli, che parla alla cittadinanza fiorentina radunatasi in armi per strani rumori notturni: avvisa il popolo che è prossimo un tradimento, se non si pone rimedio al rumoreggiare. Il fabbro viene poi incaricato dai priori della città di andare ad assediare con gente armata alcune case dove erano radunati più di “cento fanti per casa”. Il testo è una testimonianza dell’importanza dei fabbri di Monte Ficalli, arte per la quale il paese era famoso, che vengono a lavorare in Firenze rivestendo anche ruoli di importanza civica. All’inizio del XV secolo circa trenta persone nel borgo svolgevano il mestiere, tredici erano iscritte all’arte dei fabbri. Gran parte della loro lavorazione era finalizzata ai “ferri taglienti”, coltelli, forbici, forchette. All’inizio del XVI secolo il primato della produzione dei “ferri taglienti” passò alla località mugellana di Scarperia.

 Le storie non finiscono certo qui. A Montefioralle ha avuto origine la famiglia Vespucci, di cui il grande navigatore Amerigo è stato l’esponente più importante: ancora oggi lungo le vie del borgo è ben riconoscibile la loro casa, con torre e stemma in facciata (Fig. 7, foto a destra).

 Amerigo nacque a Peretola, la famiglia aveva importanti interessi a Firenze dove, nel 1587, fondò lo spedale di San Giovanni di Dio. Questa zona della val di Greve è stata una culla di grandi navigatori: poco più a nord si può visitare il castello della famiglia Verrazzano (Fig. 8, foto a sinistra), oggi sede di un’importante azienda vinicola, dove nacque il navigatore Giovanni, il cui monumento svetta nella piazza di Greve in Chianti. È interessante sapere che prima dell’inaugurazione nel 1964 del Verrazzano Narrows Bridge di New York – evento a cui partecipò l’allora sindaco di Greve in Chianti Amerigo Ferruzzi –   il 17 aprile 1963, tre pietre provenienti dalle fondamenta del castello furono posizionate all’inizio del ponte, e lo stesso giorno tre pietre del ponte furono murate nel castello grevigiano.

 Il paese è sovrastato dalla chiesa di Santo Stefano, ricca di capolavori artistici. Splendono la “Trinità e Santi” del Maestro dell’Epifania di Fiesole dipinto nel XV secolo (Fig. 9, foto a destra); la “Madonna con Bambino” del XIII secolo dipinta da Maestro di Montefioralle; L’“Annunciazione e Santi” del Maestro di Sant’Ivo (Fig. 10, foto sotto), realizzata nel XIV secolo e recentemente oggetto di un accurato restauro da parte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Firenze e le provincie di Pistoia e Prato.

Ringrazio don Flavio Rossetti per l’autorizzazione alla pubblicazione delle fotografie eseguite all’interno della chiesa di Santo Stefano

È vietato riutilizzare tutte le immagini riprodotte al di fuori della presente pubblicazione

Bibliografia & web

Emanuele Repetti, “Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana”, Firenze 1833-1843

Carlo e Italo Baldini, “Pievi, parrocchie e castelli in Greve in Chianti, Vicenza, 1979

Carlo Baldini, “La seconda guerra mondiale da Greve in Chianti a Firenze «Sulla strada del cuore»”, Firenze, 1994

Carlo e Italo Baldini, “I “sunti” delle pergamene della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano”, Greve in Chianti, 2003

Giuseppe Odoardo Corazzini,  “I Ciompi: cronache e documenti: con notizie intorno alla vita di Michele di Lando”, Firenze, 1887

David Bencini, “Quando il fronte passò da Panzano – la seconda guerra mondiale dal monte della Querciabella a Montefili”, Greve in Chianti, 2021

Renato Stopani, Alessio Merciai, “Montefioralle (già Monteficalle)”, Fano, 2016

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, “Maestro di Sant’Ivo – Annunciazione tra i Santi Giovanni battista e Stefano (1395-1400), 2019

Diocesi di Fiesole, “Pieve di San Cresci a Montefioralle – restauro dell’organo”, Poggibonsi, 2008.

http://www.agipress.it/agipress-news/politica/politica-toscana/sindaco-greve-in-chianti-bencista-scrive-al-neo-sindaco-di-new-york-bill-de-blasio.html?print=1&tmpl=component

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CC BY-NC-ND 4.0 Il Chianti tra natura e storia: Montefioralle by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.