Articolo pubblicato su IUA n° 5, Anno III, Maggio 2016

Le cento fontanelle - © Alberto Pestelli 2004
Le cento fontanelle – © Alberto Pestelli 2004

Di Ville d’Este ce ne sono almeno tre e tutte quante famose. Una si trova in quel di Cernobbio, una a Varese e l’ultima – quella di cui voglio parlare – a Tivoli in provincia di Roma.

Voluta dal cardinale Ippolito II d’Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, la villa fu progettata da Pirro Ligorio che condusse anche i lavori su un sito dell’antica Tibur dove un tempo sorgeva una villa romana.

Villa d’Este di Tivoli, nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO sin dal 2001, è quel che si dice “non un…” ma “il” capolavoro dell’Italia rinascimentale.

Tutto ebbe inizio da papa Giulio III quando salì sul trono pontificio grazie al grande appoggio del sopra citato Ippolito II d’Este. Il neo papa, in segno di ringraziamento nominò il cardinale governatore a vita di Tivoli.

Quando costui s’insediò nella città tiburtina si rese subito conto che avrebbe vissuto in un vecchio convento molto male in arnese e riadattato a residenza del governatore. Essendo abituato allo sfarzo, senza pensarci due volte, fece trasformare il convento in una villa simile al palazzo che stava facendo erigere per se stesso a Roma.

La residenza di Tivoli doveva servire, secondo l’idea del cardinale, agli incontri e colloqui più o meno privati. Insomma, com’era chiamato il luogo dove sorgeva la costruzione, la villa aveva scopi Gaudenti!

Tralasciamo la villa, che non è argomento di quest’articolo, ed entriamo nello splendido giardino.

Come dicevo sopra, nato da quel maestro geniale di Pirro Ligorio, questo incredibile e meraviglioso giardino inizia subito nei pressi della facciata posteriore della villa (quella che guarda verso Roma) ed è strutturata a terrazze e pendii.

L’asse centrale è attraversato (vedi foto) da cinque assi trasversali principali secondo lo schema utilizzato dagli antichi romani per la costruzione del tipico castruum.

Dai vari piani che compongono il giardino si possono ammirare, oltre allo splendido paesaggio, le grandiose fontane con i loro giochi d’acqua, alberi secolari maestosi e piante di varie specie che rendono il giardino di Villa d’Este uno dei più belli e famosi nel mondo.

Il lavoro di costruzione fu molto duro, soprattutto per la realizzazione delle fontane che dovevano essere approvvigionate da una grande quantità d’acqua. Ligorio fece quindi costruire, oltre a tutta una serie di tubazioni e condotte, anche una galleria di poco più di cinquecento metri che passa sotto Tivoli il cui punto di origine è il fiume Aniene e termina in una vasca.

Tale sistema, per l’epoca, aveva una portata davvero eccezionale: circa trecento litri al secondo.

Le fontane di Villa d’Este di Tivoli sono un capolavoro dell’ingegneria idraulica: sono alimentate sfruttando solo la pressione naturale e il principio dei vasi comunicanti.

Uscendo dal loggiato coperto della villa, ci ritroviamo nel vialone parallelo alla facciata del palazzo. È il più grande di tutto il giardino. Alle sue due estremità ci sono la Gran Loggia e la Fontana Europa. Partendo dal vialone, lasciatevi guidare dal caso senza un itinerario ben preciso. Facendo qualche passo qua e là, vi troverete davanti, come per incanto, alla Fontana del Bicchierone, a quella del Pegaso e, dopo un po’, percorrerete il vialetto delle Cento Fontane. Davanti alla Rometta, che riproduce in piccolo la Roma antica, non potrete non bearvi della doppia visione: Giardino e la pianura romana. Ma la fontana che, a parer mio, è il non plus ultra di tutte le strutture idrauliche del giardino è la Fontana dell’Organo. Al suo interno c’è un sofisticato meccanismo ad acqua che riproduce motivi d’organo. Dopo moltissimi anni d’inattività a causa dell’incuria dovuta all’onnipresente “mano umana”, grazie al restauro, ha ricominciato a suonare. Il meccanismo è azionato ogni due ore a partire dalle 10,30.

Tuttavia la fontana più imponente per la scenografia e la quantità d’acqua usata è la fontana del Nettuno realizzata nel secolo scorso (1927).

Molto ci sarebbe da dire ancora sia sul giardino, sulla villa e soprattutto sulle fontane. Ma ritengo che le parole non bastino a rendere giustizia a così tanta bellezza. E allora c’è solo un modo per riempirsi gli occhi di questo patrimonio artistico e culturale: guardare la galleria fotografica che propongo a fondo pagina (molte foto sono state scattate da me nel novembre del 2004 in un giorno di pioggia. Le altre da Wikipedia) che serviranno come anteprima alla vostra eventuale visita al giardino di Villa d’Este a Tivoli. Fossi in voi un salto ce lo farei… merita!

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CC BY-NC-ND 4.0 La magia delle fontane… Un giorno a Villa d’Este di Tivoli by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.