Articolo pubblicato su IUA n° 8, Anno IV, Settembre 2017

È, naturalmente, un’omonimia: uno spettacolare pinnacolo roccioso del Gruppo del Latemar è stato così soprannominato per la sua rassomiglianza con la silhouette del celebre monumento.

Ci troviamo in Val di Fassa, una delle più belle e note valli alpine del nostro paese, al confine con la Val di Fiemme, e riserviamo un’escursione alla conoscenza diretta appunto della “Torre di Pisa” in versione dolomitica. Arrivarci è molto più faticoso che salire in cima all’originale, ma il gioco vale la candela e ci consente di osservare un panorama del tutto unico, per vastità di orizzonti montani.

Chi vuol seguire le nostre orme ha un primo step piuttosto agevole: a Predazzo due impianti di risalita in successione, funivia e seggiovia, portano al Passo del Feudo (mt. 2000 circa).

I comodoni possono fermarsi qui, sui vasti prati d’altura, e, senza muovere un passo, godere di una visuale eccezionale sulle cime dolomitiche e non solo. Se la giornata è limpida, la vista spazia, infatti, fino ai ghiacciai di confine del Palla Bianca e del Similaun (la montagna, per intenderci, dove è stato compiuto l’eccezionale ritrovamento di Otzi, l’uomo vissuto migliaia di anni fa e conservato quasi intatto dal ghiaccio).

Per chi ha fiato e gambe, invece, è pronta l’ascesa al Rifugio “Torre di Pisa”, mt. 2700 circa, uno “strappo” che in certi punti presenta davvero una pendenza notevole ma ha il merito di portarci sulla Cima Cavignon, e di metterci faccia a faccia, per così dire, con lo splendido “castello” roccioso del Latemar.

In questa stagione, un altro spettacolo è offerto dai prati fioriti, in cui abbondano specie anche rare, come la Nigritella o Vaniglia alpestre (Nigritella nigra), oppure più comuni ma egualmente bellissimi come la Genzianella (Gentiana Verna) e il Ranuncolo alpestre: li abbiamo fotografati per voi.

Nei pressi del rifugio, ci accolgono, sperando in qualche briciola del nostro panino, gli sfacciati Gracchi, corvidi che nidificano in colonie tra i crepacci e che qui sono in grande confidenza con gli escursionisti. Un po’ più timidi, ma nemmeno tanto, svolazzano intorno ai fringuelli alpini, spesso seguiti dai piccoli dell’ultima nidiata, che fanno ancora un po’ di fatica a distinguere i turisti dalla loro mamma e, a ogni buon conto, chiedono cibo a entrambi.

Le pareti ripidissime del Gruppo dolomitico del Latemar sono però le protagoniste indiscusse di questa gita; è inutile descriverle quando ve le possiamo presentare, molto più efficacemente, con le nostre fotografie, ivi compresi i cosiddetti Campanili, tra cui la Torre di Pisa.

L’attrezzatissimo rifugio consente di far pranzo e offre anche ospitalità per la notte, soprattutto agli scalatori che si arrampicheranno in parete il giorno appresso.

La discesa è forse più faticosa della salita, e richiede molta attenzione e scarpe da montagna, per non testare dolorosamente di persona la solidità degli spuntoni rocciosi.

Comunque, dopo un’oretta anch’essa finisce digradando sui prati del Passo del Feudo, dove ci attende la seggiovia per il rientro a valle. Sarà banale dirlo, “stanchi ma soddisfatti”.

Galleria fotografica © Gianni Marucelli 2017

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CC BY-NC-ND 4.0 TRENTINO-ALTO ADIGE: LA TORRE DI PISA È SULLE DOLOMITI by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.