Gentili lettori, da appassionato di meteorologia ed amante della natura e della varietà climatica, consentitemi innanzitutto di esternare un certo rammarico per un ennesimo inverno piuttosto deludente e soprattutto dalle aspettative tradite. E dire che le premesse per vivere finalmente una vera stagione invernale, diversa da quelle degli ultimi 10-12 anni, c’erano tutte. Per la prima volta da molti anni a questa parte abbiamo avuto un vortice polare abbastanza debole e che quindi avrebbe potuto o dovuto favorire discese di aria fredda alle bassi latitudini. In realtà ciò è anche avvenuto ma sempre in altre zone dell’emisfero nord e fino ad ora non nel Mediterraneo. Gli anni passati avevamo quindi un vortice polare molto forte che di conseguenza determinava alte pressioni costanti nel mediterraneo, quest’anno il vortice polare è stato tutt’altro che forte ma il risultato è cambiato di poco. Probabilmente uno dei fattori che ha contribuito a questi scarsi risultati è stato l’asse dello stesso vortice polare che per come si è orientato non ha consentito alla nostra penisola di poter essere colpita da discese fredde.
A seguito del global warming è diventato anche più difficile fare tendenze meteorologiche o meglio si è compreso che rispetto anche a 20 anni fa occorre cambiare il modo di elaborare tali tendenze in quanto non è più sufficiente prendere in considerazione i singoli indici predittivi o descrittivi.
Per il prossimo futuro è ben probabile a questo punto che il trend climatico sia sempre quello volto ad una persistenza di tale situazione con alte pressioni sempre più invadenti e temperatura media volta ancora al rialzo. Ciò non significa che non vedremo più la neve o che non avremo più giornate anche gelide; sarà possibile ancora vivere 1-2 settimane come quelle del 1985 o del 2012, solo che tali possibili eventi saranno sempre più confinati nel tempo e la rimanente parte dell’inverno è ben probabile che sia sempre più calda. A questo punto dell’inverno, giunti ad inizio febbraio, non rimane che sperare in quello che, dal punto di vista meteorologico e non astronomico, viene considerato come l’ultimo mese invernale. Vi dico subito che i primi 7/8 giorni saranno ancora caratterizzati da prevalente alta pressione su tutta la penisola. Da fine prima decade, inizio seconda, sarà ancora possibile sperare in condizioni più tipiche dell’inverno.
Una diversa disposizione del vortice polare in combinazione con una convezione tropicale (MJO in fase 7) più favorevole, dovrebbe portare dapprima all’ingresso di perturbazioni atlantiche e poi ad un affondo artico che attraverso la penisola Scandinava dovrebbe portare aria fredda fin sul Mediterraneo dando vita a condizioni di tempo perturbato e con quota neve in progressivo calo. Questo è veramente l’ultimo step nel quale sperare in una perturbazione invernale.
Più avanti sarà sempre possibile vedere la neve cadere fino a quote di bassa collina ma la valenza sarà sicuramente diversa in quanto come dice il detto: “la neve marzolina dura dalla sera alla mattina”. Ad oggi (cfr. fine gennaio) le possibilità di tale cambiamento del tempo ad inizio seconda decade di febbraio sono circa del 60%. Per la fine del mese è veramente difficile ad oggi fare una previsione con un minimo di credibilità. Una delle ipotesi è quella di una prosecuzione del tempo freddo ed instabile. Se così fosse andremmo a compensare almeno in parte un’ennesima stagione deludente e di conseguenza la neve e la pioggia che cadranno saranno sicuramente di fondamentale importanza in vista della stagione calda e secca che di solito al contrario dell’inverno non tradisce mai le aspettative.
Le previsioni meteo del mese di febbraio 2024 by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.