Novembre si accuccia. Come un gatto amorevole, come la luna piena dietro le nuvole, come desideri mai sopiti che provvisoriamente si mettono a riposo, per riemergere dopo il sonno provvidenziale dei mesi d’autunno e inverno. Novembre sa di fuochi accesi, di luce che si sfuoca, di strade lucide di pioggia, di impermeabili lasciati a sgocciolare sul pavimento dopo l’uso, di foglie dipinte con grazia dalla natura che crea. In questo mese tutto sembra assopirsi, lasciare spazio a meditazioni, giochi d’ombre, trasparenze dietro le tende tirate. Vorremmo sempre leggere, bere qualcosa di caldo e corroborante, forse ricordare. Così, anche la poesia è come se si vestisse di muschio e foglie, stazionasse sulla soglia, indecisa se entrare o uscire, preparare un ombrello con versi lievi che si rammentano dell’estate con una punta di preoccupazione per ciò che sarà. Dei nostri animali, del tempo, della mano dell’uomo che non teme di essere troppo indelicata, ahimè, della forza del vento, della luna, delle foglie che vorticano, del pianeta che ci accoglie, comunque, generoso e silente, finché potrà.
Buone letture.
Iole Troccoli
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