Racconto pubblicato su “IL SALOTTO” n° 4, anno III, Luglio 2023

È un vecchio dal viso doloroso, due occhi come chiodi infissi sotto l’erba bianca dei capelli.

Non ha passione per i suoi simili anzi li fugge; dagli uomini, dice, non ha ricevuto che male.

La sua vita è stata cento avventure, ha girato il mondo, ha rischiato, lottato e perso; per questo odia

l’umanità.

Ogni mattina zoppicando inforca la sua bicicletta lascia la sua casa di paese e se ne va lentamente per un sentiero di campagna tra viti e granturco.

Il sole picchia d’estate e il freddo è pungente d’inverno ma per lui non sono cose di cui tener conto.

Va a trovare le sue galline.

Le ha sistemate nel recinto di una casa colonica abbandonata.

Un grande spazio, quasi una libertà per queste galline.

Lui le ama. Sì, l’amore di cui è ancora capace, che non ha estirpato dal suo cuore, che, nonostante tutto, ogni mattina gli dà vita, è quello che prova per i suoi animali.

Certo, ama anche i suoi figli, ma non ne gode, gli basta di sapere che stanno bene per tacitare la coscienza ma non ne trae alimento.

Le sue galline invece sono tutto.

Le chiama per nome, le accarezza, sorride, loro gli vanno vicino, lo ricambiano, gli salgono sulle spalle.

Non sono le solite stupide galline ma galline parlanti.

Lui le capisce, sa cosa vogliono e si fa in quattro, zoppicando da mattina a sera, per accontentarle.

Non le ucciderebbe mai, per carità! Sono creature.

Quando la chioccia cova le uova la segue con trepidazione e certo è là alla schiusa.

Si contorce di pena quando una faina fa strage nel suo pollaio.

“Tutti li ha sgozzati, tutti, quel maledetto animale”.

Il denaro non lo interessa.

Cosa spende, spende, non fa neppure i conti, non gli interessa di sapere quanto costa la vita di questi

animali.

Sono creature di Dio anche loro.

D’estate va a spigolare in un campo abbandonato e riempie sacchi di grano.

Sotto il sole la sua faccia scavata come una corteccia d’albero si liquefa.

Ma la sofferenza del corpo è ampiamente ripagata dal sollievo della mente che cessa di torturarlo.

Gli è morta la moglie.

Gli è morto un figlio.

Aghi di rimorsi lo pungono.

Abbrutendo il suo corpo dà riposo al suo spirito.

Chi passa di là può vederlo affaticarsi intorno ai suoi animali stupidi e parlare con loro che lo ascoltano.

Se una macchina si ferma alza i pungenti occhi sempre chini sulla terra e osserva.

Ma la vita degli uomini non lo interessa, ne ricava soltanto dolore, un dolore senza speranza.

Quel vecchio stanco è stato già molto punito.

La sua mente lucida non ha pace. Nessuno può lenire le sue piaghe perché lui stesso vi affonda le mani senza posa.

Quando la fatica si fa insostenibile, nell’ora del mezzogiorno, raccoglie le ultime forze e si lascia cadere su di una vecchia sedia. Prende il suo tascapane e lentamente mangia. Non vorrebbe, non sente appetito.

Se non fosse perché gli mancherebbero ancor più le forze, non saprebbe che farsene del cibo. Mangia per giudizio.

E’ un uomo di sale.

Ogni tanto accende una sigaretta e guarda lontano. Non fumare, gli ripetono. Ma lui non ascolta, non sente, del suo corpo non si cura.

Si trascina tutto il giorno da una parte all’altra di quel lussuoso pollaio, riempie d’acqua una ciotola,

distribuisce granturco, sistema i nidi, va alla ricerca delle uova.

Ha molto da fare e non può mancare un giorno, le galline ne soffrirebbero.

Di sera, a malincuore, con negli occhi la malinconia del distacco, lascia gli animali e ripercorre la strada del ritorno.

Ecco allora che i fantasmi, tutto il giorno fuggiti, si parano con prepotenza davanti alla sua anima inquieta.

Sono tutti lì, puntuali. Affollano il suo cervello, inutile che li cacci urlando, non si spaventano.

Lo assillano, gli impediscono il sonno, gli ripropongono storie lontane, lo costringono a rivivere il passato, a immergersi a piene mani nell’odio e nel dolore.

Non tarderà il giorno in cui il sole lo scolpirà nel suo campo di grano o il freddo lo inchioderà come una statua di cenci nell’erba silente.

Share Button
Please follow and like us:

CC BY-NC-ND 4.0 Il vecchio by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.