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Articolo pubblicato su IUA n° 6, anno X, Giugno 2023

L’articolo propone una breve informativa sui processi in atto per mitigare il rischio alluvioni, con un particolare focus sul territorio fiorentino, sulla base delle informazioni disponibili ai cittadini sui siti internet dei vari Soggetti istituzionali coinvolti.

L’alluvione in Emilia-Romagna del maggio 2023 ha evidenziato ancora una volta la fragilità del territorio nazionale, sottoposto a eventi atmosferici la cui gravità appare in continuo aumento. È spontaneo chiedersi come siamo organizzati nei territori per prevenire e/o affrontare tali disastri. In rete sono disponibili numerose informazioni: come cittadino ne sono andato a consultare alcune. Nell’articolo fornirò un breve quadro di quanto ho constatato fermo restando che, in considerazione dell’ampiezza dell’argomento, fornirò solo alcuni spunti introduttivi rimandando ad alcuni siti internet e a eventuali successivi approfondimenti per una informazione esauriente e completa.

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Il quadro generale

In primo luogo, va rammentato come l’approccio a questo tipo di eventi può essere affrontato da più punti di vista, tra cui i seguenti.

  1. La prevenzione: analisi del rischio idraulico e determinazione degli interventi mitigativi tali da prevenire gravi conseguenze a fronte di un importante evento atmosferico (nelle figure 1 e 2 recenti piene dei fiumi Arno e Greve). Il riferimento normativo è la Direttiva 2007/60/CE, relativa alla “valutazione e alla gestione dei rischi di alluvione” che definisce “un quadro per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni volto a ridurre le conseguenze negative per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche connesse con le alluvioni all’interno della Comunità”. In applicazione di tale direttiva è stato emesso il D.lgs. 23/02/2010, n. 49 – “Attuazione della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni”.
  2. La gestione dell’emergenza: tutte quelle attività mirate a salvare vite umane, beni, infrastrutture a fronte di una alluvione in corso. Il riferimento normativo è la Direttiva P.C.M. 27/02/2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico, ai fini di protezione civile”.
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La figura 3 è un esempio degli effetti del dissesto idrogeologico sul patrimonio storico-culturale. L’ultima arcata dell’antichissimo ponte etrusco sul torrente Cesto nel comune di Figline, dopo aver resistito per migliaia di anni, è stata abbattuta durante una piena degli anni 2000 a causa dei materiali trascinati a valle dal torrente.  

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Evidenzio alcuni passaggi di quanto stabilito nel D.lgs. 23/02/2010, n. 49, relativi ad alcune definizioni e competenze.

  • “Pericolosità da alluvione: la probabilità di accadimento di un evento alluvionale in un intervallo temporale prefissato e in una certa area”
  • “Rischio di alluvioni: la combinazione della probabilità di accadimento di un evento alluvionale e delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, il territorio, i beni, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali derivanti da tale evento”
  • “Le autorità di bacino distrettuali …effettuano, nell’ambito del distretto idrografico di riferimento …la valutazione preliminare del rischio di alluvione. …”
  • “La valutazione preliminare del rischio di alluvioni fornisce una valutazione dei rischi potenziali, principalmente sulla base dei dati registrati, di analisi speditive e degli studi sugli sviluppi a lungo termine, tra cui, in particolare, le conseguenze dei cambiamenti climatici sul verificarsi delle alluvioni e tenendo conto della pericolosità da alluvione.”

I Soggetti coinvolti

Le azioni previste dalle disposizioni legislative sono in carico a vari soggetti, ciascuno dei quali può intervenire su specifiche aree di competenza. Il Focus è limitato all’area Fiorentina.

  • L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale [1] “si occupa, in primo luogo, di pianificazione di bacino: elabora e approva il Piano di bacino distrettuale e i relativi stralci tra cui in particolare quelli previsti dall’art. 63 comma 10 lettera a) del d.lgs. 152/2006, ossia il Piano di gestione del rischio di alluvioni  e il Piano di gestione delle acque, due importanti piani direttori in materia di alluvioni e di acque, redatti ai sensi delle direttive europee 2000/60/CE e 2007/60/CE” .
  • Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno [2] “è un consorzio obbligatorio tra proprietari immobiliari per la salvaguardia dei loro beni dal rischio idraulico e idrogeologico. … Effettua la manutenzione e la gestione dei corsi d’acqua e progetta lavori e nuove opere; è quindi un ente tecnico-operativo strutturato per progettare ed eseguire lavori internamente e mediante appalti esterni. L’attività ordinaria del Consorzio è finanziata dal contributo di bonifica e dai finanziamenti pubblici per le nuove opere.” Inoltre, il Consorzio definisce i Contratti di Fiume, “strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale. I soggetti aderenti al CdF definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo.”
  • La Regione Toscana svolge numerose funzioni in ambito regolazione, prevenzione, intervento, protezione civile. Ne evidenzio, in estrema sintesi, alcune.
    • La Legge regionale 28 dicembre 2015, n. 80 stabilisce le “Norme in materia di difesa del suolo, tutela delle risorse idriche e tutela della costa e degli abitati costieri.” Tale legge prevede il “Documento operativo per la difesa del suolo” di cui on line è disponibile l’edizione 2016 [3]
    • La Protezione Civile Regionale, oltre a tutte le attività di “Organizzazione, gestione, coordinamento e sviluppo del sistema regionale della protezione civile”, gestisce la rete di monitoraggio idropluviometrica. Valuta le portate dei corsi d’acqua e lo sviluppo dei modelli idrologici e idraulici al fine delle attività di previsione delle piene”.

La Regione stabilisce gli “Indirizzi per la pianificazione di protezione Civile a livello comunale” D.G.R. 911/2022 – Decreto Dir. 19247/2022” [4]

  • Il Comune di Firenze, tramite il suo Servizio di Protezione Civile [5] provvede alla “gestione delle attività di previsione, di prevenzione, di emergenza e di superamento dell’emergenza” e cura la “stesura e nell’aggiornamento costante del piano comunale di protezione civile.”  Inoltre “il Servizio realizza attività volte ad aumentare la cultura di protezione civile nella popolazione con particolare riferimento ai rischi del territorio, analizzati nel Piano Comunale di Protezione Civile”.
  • Si affiancano inoltre i Vigili del Fuoco, le Organizzazioni di Volontariato e le Aziende USL per gli aspetti di competenza.

Il Piano Gestione Rischi Alluvioni (PGRA)

In primo luogo, è necessario evidenziare che l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale è uno dei soggetti di “eccellenza” a livello nazionale sulla Gestione Rischi. Nel 2023 ha vinto due premi ESRI (Environmental System Research Institute, importante produttore americano di sistemi software GIS e applicazioni per la gestione di basi di dati geolocalizzate): il premio “Risk Management 2023” per il progetto “Metodi innovativi per la comunicazione dei dati geografici e ambientali” e per il progetto “La sfida della gestione digitale dei rischi idrogeologici e della risorsa idrica”. L’Autorità di bacino cura il Piano Gestione Rischi Alluvioni [6], redatto ai sensi dell’art. 7 del D.lgs. 49/2010 attuativo della Direttiva 2007/60/CE”, costituito da vari documenti tra i quali:

  • Relazione metodologica Appennino Settentrionale e allegati
  • Disciplina di Piano
  • Mappe della pericolosità da alluvione fluviale e costiera
  • Mappa del rischio di alluvione ai sensi della Direttiva 2007/60/CE
  • Mappa del rischio di alluvione ai sensi del D.lgs. 49/2010
  • Mappa delle misure di protezione
  • Mappa della pericolosità derivata da fenomeni di flash flood

Si rimanda a una lettura di tale vasta e interessante documentazione (sotto trovate il riferimento) per un’informazione completa ed esauriente. A livello metodologico, in modo molto sintetico, il processo prevede l’individuazione del pericolo di alluvione, la determinazione delle mappe del rischio di alluvione, la realizzazione di misure di protezione.

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La determinazione del pericolo di alluvione. Il PGRA propone mappe dettagliate del territorio e le associate basi di dati scaricabili con i livelli di pericolosità da alluvione, determinati in base alla frequenza attesa degli accadimenti (tempi di ritorno). In tali mappe la colorazione blu scura è associata alla pericolosità da alluvione elevata (P3), e con colorazioni blu più attenuate la pericolosità da alluvione media (P2) e la pericolosità da alluvione bassa (P1).  In figura 4 un’immagine della mappa di pericolosità da alluvione dell’Area Fiorentina, in figura 5 il particolare dell’area Mantignano-Ugnano a ovest del capoluogo toscano.   Particolare interesse hanno le mappe di pericolosità connesse con i flash-flood, improvvise inondazioni localizzate di grande volume e breve durata, tipicamente causate da piogge insolitamente forti in un’area semiarida: in figura 6 la situazione della Toscana Nord-occidentale. 

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Le mappe di rischio rappresentano le potenziali conseguenze avverse in caso di alluvioni in base al numero di abitanti interessati, alle infrastrutture, alle attività economiche, agli impianti potenziali sorgenti di inquinamento, ai beni culturali, storici e artistici. In figura 7 la mappa del rischio della città di Firenze elaborata ai sensi del D.lgs. 49/2010; in figura 8 la mappa del rischio del quadrante NW di Firenze elaborata ai sensi della Direttiva 2007/60/CE.

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La realizzazione di misure di protezione – vale a dire delle opere infrastrutturali quali casse di espansione, argini etc., è visualizzata con la “Mappa delle Misure di Protezione”. Come esempio in figura 9 il sistema di casse di espansione e sistemi di laminazione realizzati o previsti sul fiume Greve a valle del Ferrone, in figura 10 una cassa di espansione posizionata più a monte, sempre sul corso della Greve.

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Negli allegati alla “Relazione Metodologica” troviamo dei quadri relativi alle misure di protezione adottate, considerando:

– Misure non confermate

– Misure completate

– Misure confermate, non completate

– Misure nuove

 – Misure e obiettivi

– Metodologia di priorizzazione delle misure contenute nel PGRA (MiTE e ISPRA)

– Priorizzazione delle misure e analisi costi/benefici

– Report monitoraggio delle misure

Ho eseguito un approfondimento della “Priorizzazione delle misure e analisi costi/benefici”, in ogni caso parziale vista la sua vastità. “La priorizzazione” viene assegnata a ogni intervento tenendo conto di particolari algoritmi che considerano una serie di variabili associate. In tal modo viene definita la seguente categorizzazione degli interventi:

1 Very High – 2 High -3 Critical – 4 Moderate – 5 Low

Sottolineo che i dati risultano aggiornati al 31.12.2021. È pertanto possibile che quanto evidenziato venga prossimamente aggiornato in base all’avanzamento attuale dei progetti. Fra gli interventi di categoria “Very High” constatiamo, a esempio, in stato di preparazione (es. in corso di progettazione) per quanto riguarda la zona fiorentina:

  • l’adeguamento della diga di Levane e delle opere connesse;
  • le Casse Leccio, Prulli, Restone sul fiume Arno;
  • le Opere sul corso del Torrente Virginio (infrastrutture verdi);
  • per quanto riguarda la Greve i sistemi di laminazione a monte di Greve in Chianti, a Greti, al Passo dei Pecorai e al Ferrone;
  • il sistema di laminazione del torrente Ema;
  • le aree di laminazione nel bacino Greve-Ema complementari o in alternativa agli interventi strutturali;
  • il piano di gestione dei sedimenti.

Fra gli interventi di categoria “High” constatiamo per quanto riguarda la zona fiorentina, a esempio, sempre in stato di preparazione:

  • l’adeguamento argini tratti critici Arno;
  • le casse di espansione Argingrosso, San Colombano 1 e 2;
  • l’invaso di La Penna e adeguamento scarico di fondo;

Non risultano ancora avviati, a esempio, tra gli interventi di categoria “High”:

  • le casse di espansione e le aree di laminazione nel Casentino previste nel PSRI;
  • lo sfangamento dighe Levane e La Penna;
  • lo sviluppo del quadro conoscitivo degli scenari prevedibili conseguenti a fenomeni di rottura arginale.

In questa fase non è possibile formulare delle conclusioni a un articolo che si è proposto, in questo momento di emergenza, di fornire rapidamente alcune informazioni e situazioni associate al rischio alluvione, indicando anche quali sono alcuni riferimenti istituzionali dove approfondire e attingere alle informazioni di interesse. La considerazione che comunque è opportuno fare è la seguente: appare disponibile un ottimo sistema di mappatura del territorio, del rischio e degli interventi eseguiti e da realizzare; esistono però dei punti interrogativi sullo stato del reale avanzamento di importanti interventi sui quali confidiamo che le Istituzioni diano rapidamente informazioni.

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CC BY-NC-ND 4.0 Mitigare il rischio alluvioni by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.