Racconto pubblicato su “Il Salotto” n° 2, anno III, Marzo 2023

Il navigante si mosse a destra e a manca, il sole filtrava l’acqua come attraverso un reticolo dorato. Tutto era pallidamente terso. Nei paraggi, anzi, lontano all’orizzonte, si stava sollevando una luna tonda ancora nascosta da nuvole sparse come un gregge senza meta.

L’occhio destro del navigante seguiva il ritmo dell’onda più vicina al bordo della barca, il sinistro accudiva con rassegnazione il corpo salato che gli giaceva di fronte ormai prossimo alla morte. C’era del bello nel silenzio che circondava il rollio della piccola barca, del bello nonostante l’avvicinarsi della fine di quello strazio.

Gli altri erano perduti, chi si era gettato verso la speranza di uno scoglio di terra improbabile, chi era caduto nell’acqua gelida dopo aver perso l’equilibrio precario che aveva portato con sé. Erano tutti andati, forse abbracciati a stelle marine o ingoiati da bocche di sirene voluttuose.

Il navigante sospirò la sua condizione di naufrago errante dopo aver scoperto l’ennesima falla nello scafo incrostato di salsedine. Tra poco sarebbe scesa la notte, una notte sorella che lo avrebbe trascinato via in mezzo ai gorghi. Già si stavano alzando onde danzanti e lui non aveva mai imparato a nuotare.

Pensò ai suoi familiari rimasti sulla terra sabbiosa a salutare, pensò ai litigi avuti con loro, ai baci dati, pensò a quel bel vento fresco della sera che pizzicava la schiena. Pensò alla misericordia che non era caduta come un dono a salvarlo. Pensò al destino che si affacciava oltre il confine di quella barca rottame, per un attimo pensò di essere in grado di volare come i suoi amici uccelli che sempre gli rallegravano il mattino con il loro canto. Pensò che gli occhi di sua madre erano scuri come le ombre degli alberi. Infine pensò di chiudere i suoi, di occhi, e di abbracciarsi con le sue stesse braccia, anche perché adesso aveva tanto freddo.

Il sole era scomparso ma la luna non si vedeva ancora. L’acqua salata stava avendo il sopravvento su di lui dentro la piccola imbarcazione. Nel silenzio intorno, rotto soltanto dal suono delle onde che si increspavano con sempre maggiore lena, chiuse finalmente gli occhi e non permise loro di piangere. Scelse un ricordo e si abbandonò a quello mentre l’acqua continuava a salire. Intanto la luna era sorta.

Iole Troccoli 20 gennaio 2023

Naufragio, di Joseph Vernet, Olio su tela 96 x 134,5

Immagine:

Naufragio (1759) di Joseph Vernet Olio su tela, 96 x 134,5 cm, Groeninge Museum, Bruges – pubblico dominio https://it.wikipedia.org/wiki/Naufragio#/media/File:Shipwrec-vernet.jpg

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CC BY-NC-ND 4.0 Navigante by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.