Articolo pubblicato su IUA n° 9, Anno III, Ottobre 2016
Che dire? Ebbene, iniziamo subito affermando che è impossibile non farci caso. Saltano subito agli occhi. Posso assicurare che tutti quanti, compreso il sottoscritto, rimaniamo a bocca aperta. Qualcuno può esclamare il classico “oh” di stupore. Altri, sensibili all’arte, rimarranno in assorto silenzio. Che bisogno c’è di parlare quando è la bellezza a farlo? Non sto parlando di u n quadro o di un affresco per il decoro di una chiesa o di un’immensa sala di un palazzo antico. No… è qualcosa di più complicato e semplice al contempo. Qualcosa di non molto comune… ma non troppo raro! Scusate il giro di parole. Dicevo qualcosa di complicato. Certo, non è facile mettersi a dipingere un affresco sui muri esterni di un palazzo soggetto alla variabilità del tempo meteorologico: freddo, caldo, acqua, neve… In una sala siamo al coperto ma… ma non c’è luce se non quella che filtra attraverso i vetri delle finestre. All’esterno ce n’è quanta ne vuoi! E questo punto risulta semplice. Ho parlato di qualcosa di non molto comune. Vero! Gli affreschi esterni sono meno frequenti rispetto ai tradizionali ma non si tratta, comunque, di una rarità.
Ma dove trovare queste case dipinte? A Firenze, ad esempio, basta recarsi a Santa Croce per rendersi conto che c’è un palazzo (il palazzo dell’Antella) la cui facciata è affrescata. In piazza della Calza, proprio di fronte a Porta Romana, nella palazzina che separa via dei Serragli e via Romana, c’era un affresco che purtroppo è scomparso. Al suo posto adesso c’è un affresco opera di Mario Romoli che vinse un bando di concorso del comune di Firenze per decorare la facciata della palazzina.
Usciamo da Firenze. A Genova abbiamo un altro bellissimo esempio nel palazzo San Giorgio. Costruito tra il 1257 e il 1260 fu restaurato a fine del XVI secolo. In quel periodo risalgono i primi affreschi a cura di Andrea Semino che fu sostituito, agli inizi del 1600, da Lazzaro Tavarone che affrescò la facciata che guarda il mare. Il tema della sua opera fu San Giorgio che uccide il drago circondato dalle figure di personaggi illustri di Genova. Negli anni ’90 del secolo scorso i dipinti sono stati recuperati e restaurati dal pittore Raimondo Sirotti.
Andiamo nell’Italia del nord-est. Piazza delle Erbe a Verona è il luogo più azzeccato dagli scaligeri di un tempo per abbellire quello che è stato il centro nevralgico della cultura e del commercio della città veneta. È la piazza più antica di Verona. In epoca romana era il foro cittadino. Ed è qui che si affacciano le cosiddette Case Mazzanti con le sue facciate dipinte ad affresco. Nella piazza, naturalmente, si affacciano altre case che hanno, purtroppo, solo pochi resti dei capolavori artistici che valsero il nome di città dipinta, o per dirla in latino, urbs picta. Le case Mazzanti, quindi, sono il solo esempio del buono stato di conservazione degli affreschi attribuiti ad Alberto Cavalli, allievo di Giulio Romano, pittore e architetto nato a Roma.
Saliamo su una barca sull’Adige. Immaginiamo con un po’ di fantasia – che non guasta mai… – che la corrente, invece di portarci a sud, ci porti a nord. Trento, non è esattamente dietro l’angolo, ma il desiderio di ammirare le case Cazuffi-Rella è talmente forte che arriviamo in un attimo. Viva la fantasia!
Ma torniamo alla realtà. Le Case Cazuffi-Rella sono due palazzi affiancati costruiti nel XVI secolo proprio di fronte alla cattedrale di San Vigilio in piazza del Duomo. Gli affreschi che li abbelliscono sono stati attribuiti a Marcello Fogolino, pittore di origine friulana che dipinse anche un affresco in una facciata del Castello di Buonconsiglio di Trento che raffigura Carlo Magno in trono. Occupiamoci della piazza del Duomo. Quel che risalta agli occhi sono i temi dei dipinti… il profano di fronte al sacro. Nella facciata a sinistra (al secondo piano) è rappresentato un mostro mitologico, Gerione, con la testa di una donna e il corpo di un serpente. Gerione, se qualcuno mastica l’antica mitologia greca, era uno dei personaggi delle famose dieci fatiche di Ercole. Poi si nota Diana e il carro della fortuna. L’Occasio e la Nemesi. La spada di Damocle e il Musico sono gli altri temi di questa facciata.
Nella seconda casa, l’artista ha dipinto tre serie di figure allegoriche: il trionfo dell’Amore, il trionfo della Sapienza e, infine, il trionfo dell’Abbondanza.
In parole povere, queste due case di piazza del Duomo a Trento possono essere considerate una galleria d’arte all’aperto, dove poter ammirare con tutta calma, magari gustando un buon aperitivo nei bar sottostanti, una serie di opere bellissime e uniche.
Ci vuole tempo, è vero! La visita mordi e fuggi non è ideale per riempirsi gli occhi dei colori della tavolozza della fantasia. Come tutte le città d’arte d’Italia, anche Trento ha i suoi tempi e, tra una “portata” e l’altra, occorre assaporare ogni piccolo particolare per dire di aver visto la “bellezza” nel vero senso della parola.
Ma adesso saliamo idealmente verso l’alto e cerchiamo raggiungere con lo sguardo un paese al di là del mar Tirreno, dove alcuni artisti sardi hanno dimostrato che affrescare i muri esterni delle case non era un’abitudine del ‘500. Sto parlando dei bellissimi tromp l’oeil di San Sperate in provincia di Cagliari. Naturalmente la cittadina sarda non è l’unico esempio, ma la cito, primo perché ha dato i natali al compianto artista scultore Pinuccio Sciola… colui che dava la voce alle pietre che scolpiva, secondo… perché ho visitato il paese, senza contare che le mie origini sono, per metà, sarde. Quindi, se siete nei pressi di Cagliari e amate l’arte, v’invito a visitare San Sperate e quando tornate a casa, mi raccomando, portatemi qualche dolcetto della mia terra!
Galleria fotografica
Le case affrescate… una moda antica? Sì, anzi, no! by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.