Articolo pubblicato su IUA n° 5, anno X, Maggio 2023
Gentili lettori, anche in meteorologia è possibile individuare dei grandi temi che possono influire in maniera consistente sul tempo del pianeta e, perché no, anche del Mediterraneo. Ebbene, il grande tema del 2023, dopo ben tre anni caratterizzati da “La Nina”, è il ritorno del fenomeno opposto, ovvero de “El Nino”, che consiste in un riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centro-meridionale ed orientale. Se diamo uno sguardo ai titoli degli articoli “acchiappa clic” che possiamo comodamente leggere dal nostro smartphone, pare che anche il 2023 sia destinato, a causa di questo fenomeno, a battere tutti i record relativi al riscaldamento del pianeta, confermando così il trend in essere da almeno uno o due decenni. Ma sarà veramente così? Intanto va detto come, effettivamente, un po’ di preoccupazione ci stia tutta, dal momento che molto spesso in presenza de “El Nino” è possibile registrare su scala planetaria delle temperature superiori alla norma e che negli ultimi tre anni caratterizzati da “La Nina” il trend del surriscaldamento non sembrerebbe essersi arrestato. Consiglio però di non lasciarsi prendere dall’angoscia catastrofista e di osservare quanto offre la meteorologia in maniera distaccata, anche se interessata. Questo perché le sorprese sono sempre possibili a causa di una serie di concatenazioni di eventi meteorologici che possono sfuggire alle previsioni a lungo termine. Per giunta, va anche detto come ad oggi (fine aprile) i modelli previsionali che elaborano tendenze stagionali sono piuttosto discordanti tra di loro e si può aggiungere come “El Nino” non giungerà a maturazione prima di metà estate. Al momento, come si può osservare dalla mappa delle temperature sotto riportata, siamo ancora indietro con i lavori.
(fonte “tropical tidbits”)
Si nota un importante riscaldamento al momento confinato alle sole coste del Perù; spingendoci più al largo, nell’Oceano Pacifico, il segnale non è ancora maturo. Nel frattempo, guardando a maggio, che poi è il mese che in questo momento ci interessa di più, è molto ma molto probabile come la circolazione atmosferica risenta ancora del notevole surriscaldamento stratosferico che abbiamo avuto a fine inverno e questo dovrebbe rendere il tempo instabile ed impedire l’instaurarsi di costanti alte pressioni di matrice africana. Il mese di maggio dunque dovrebbe essere caratterizzato da tempo molto variabile con un alternarsi frequente di aree di alta pressione ed aree di bassa pressione. Se ciò è positivo, soprattutto dal punto di vista delle temperature che non dovrebbero essere di molto superiori alle medie del periodo, perché le precipitazioni possano risultare importanti anche nelle zone dell’estremo nord della penisola finora più penalizzate, occorre che l’alta pressione, che fino ad ora ha stazionato per lo più ad ovest delle nostre coste, si ritiri ancora di più in Atlantico per spalancare, e direi finalmente, la porta atlantica foriera solitamente delle perturbazioni più significative. In tal senso sembrerebbero esserci dei segnali significativi. Insomma, per parlare di clima estivo c’è ancora tempo. Di seguito una delle previsioni elaborate dal modello sviluppato dal NOOA, Ente americano.
Tale elaborazione indicherebbe un mese con temperature in media, in buona parte dell’Europa fatta eccezione per la Spagna. Anche le più recenti previsioni settimanali del modello europeo ECMWF propongono una visione molto simile.
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