Poesia pubblicata su “Il Salotto” n° 5, Anno II, Novembre 2022
Una battitura improvvisa
un ticchettio anomalo
che anela agli occhi
per discettare di bellezze confuse
angoli imprecisi di un belvedere lontano.
E tutto si fa nuvola
corruttibile come un invaso preso dagli insetti
come un sognare di streghe sedute sul letto
che ti implorano di guardarle.
Forse era un incubo – ti preoccupi allo specchio
forse la giaculatoria è dentro la tua mente
ovatta che tampona imprecisa
le fessure di un tempo malato.
Non ci sono appigli
i fiori reclinati sulle sottane verdi dell’erba
ti danno il passo, rintoccano i colori svaniti.
Anche la poesia marcisce
perduta nelle ore d’amore scordato
con gli ultimi bagliori si attacca ai rami
(tu la vedi)
tenta ancora un passaggio
indomabile resiste alle piogge battenti
scrive una partitura
seduta tra il rosmarino e la menta
mentre la osservi
indecisa se accoglierla
o uscire per una passeggiata tra gli alberi e le foglie.
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