Poesia pubblicata su “Il Salotto”, n° 1, Anno II, Febbraio 2022
Stanco delle immagini
che lo specchio distorce
getto il vassoio
delle verità offerte
nel vortice scuro
della fossa delle cose
mai digerite.
Io sono cresciuto cibandomi
col pane del sole
e dissetandomi
col sorriso della libertà.
Adesso rischio di patire la fame
e morire di sete.
Allora esco fuori
alla ricerca d’uno stelo d’erba
una foglia che resista
all’autunno
prima che arrivi l’inverno
del nostro pensare.
Vorrei tornare ancora
lungo le rive del fiume
per scrivere sulle pagine
di un quaderno infinito
tutte le parole che la corrente
non mi ha ancora insegnato.
Vorrei offrire al suo moto
i miei pensieri:
tutti quelli che potrà
portare al mare
nell’antologia dell’umanità
scevra della follia
che causa naufragi
e libera l’ignoranza.
Ma sul fiume c’è un muro,
laggiù, all’orizzonte…
dove il Ponte si è dissolto
in un rancore
partorito da un torrente di fango
che impedisce alla verità
di sopravvivere e calpestare
il rettile della menzogna.
Tuttavia l’ignoranza
costruisce sempre una porta…
È difficile da scardinare
se non si possiede
quella chiave di parole
da urlare in faccia
alla blasfemia
di un campo coltivato a reticolati
e cavalcato da cavalli di Frisia.
E allora serve la forza
per scalare il muro
cercando appigli
nella storia che
il vento dell’inverno
cerca di strappare alla radice
gettando il sale
sulla piaga inferta
dalle fiamme della superficialità.
Quando saremo sul confine
lasceremo alle spalle
le nebbiose oscurità dell’anima
e ci tufferemo nel vuoto
che riempiremo
con gli ideali del Sole
e l’Armonia della Luna!
Alberto Pestelli
5 Aprile 2019
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