IUA n° 7, anno X, Luglio-Agosto 2023

Il cane (Canis lupus familiaris) ha, fra tutti gli animali, una posizione a sé. Fra l’uomo e il cane esiste una relazione affettiva molto forte, dovuta a una storia assai lunga vissuta insieme, una sorta di coevoluzione. Infatti il loro lungo sodalizio è cominciato decine di migliaia di anni fa.

Ma chi è il cane?

Eccolo, con le parole di Jeffrey Masson, psicoanalista, etologo, sanscritista e scrittore (Libri: Il cane che non poteva smettere di amare, I cani non mentono sull’amore).

“Molto prima della domesticazione di qualsiasi altro animale o pianta cominciammo la nostra domesticazione del lupo in cane. Ebbe inizio fra i 130mila anni fa, quando l’uomo raggiunse il livello evolutivo di Homo sapiens e 150mila anni fa. Questa domesticazione potrebbe benissimo non essere stata un processo a senso unico bensì una reciproca e profonda trasformazione per entrambe le specie. Questa mutua domesticazione è unica in natura. C’era qualcosa di diverso in una specie animale, qualcosa che essa aveva condiviso con noi più di quanto non avesse fatto con alcuna specie di animale non umana. Quella specie era il cane e quel che esso aveva condiviso con noi in modo così unico era la sua capacità di amare. Di conseguenza l’uomo e il cane sono anche le uniche due specie che fanno facilmente amicizia con altri animali, al di là della barriera che divide le specie. Cani e uomini si coevolsero, i cani contribuirono a renderci umani. Nessun altro animale si comporta come un cane. Com’è possibile che questo animale dall’aspetto così diverso dal nostro, dorma sul nostro letto, si alzi con noi al mattino e venga a spasso con noi al pomeriggio? Che ci guardi con amore? La verità è che solo i cani continueranno ad amarci quando nessuno ci amerà più. Questo amore è in realtà un fenomeno molto notevole. In realtà è uno dei fenomeni più notevoli del nostro universo. Com’è possibile che due esseri appartenenti a due specie totalmente separate possano provare un amore tanto profondo uno per l’altro? Nel mondo naturale non c’è alcun’altra cosa che sia simile a questa.Con i cani abbiamo cominciato il lungo processo che conduce al riconoscimento della fondamentale identità di tutti gli esseri senzienti. E questo riconoscimento non sarebbe venuto da Cristo, da Mosè o dal Buddha, bensì da quel piccolo amico che cammina fiducioso accanto a noi e che non ci abbandonerebbe mai, per nessuna cosa al mondo. Da lui e solo da lui abbiamo imparato che possiamo varcare la barriera della specie e amare altre forme di vita.”

Secondo Konrad Lorenz, premio nobel 1973 in riconoscimento della sua opera fondatrice di una scienza che rivela sempre più la sua enorme portata, l’etologia, nel suo libro “E l’uomo incontrò il cane”, afferma:

“Io credo che il cane sia superiore anche alle grosse scimmie antropoidi per quanto riguarda la comprensione del linguaggio umano, anche se queste possono essergli superiori in determinate altre prestazioni intellettuali. Sotto un particolare aspetto infatti il cane è indubbiamente più simile all’uomo che la scimmia più intelligente; anch’esso è come l’uomo un essere addomesticato e, come l’uomo, deve a questo processo due proprietà fondamentali: primo la liberazione dai rigidi vincoli del comportamento istintuale che, anche a lui come all’uomo, apre nuove possibilità d’azione; secondo, però, quella permanente giovinezza che nel cane è alla radice di un persistente bisogno di amore, mentre all’uomo conserva quella giovanile freschezza di animo grazie a cui può rimanere, fino a tarda età, un essere in divenire”.

E anche: “La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell’amicizia con un essere umano. Il legame con un cane fedele è altrettanto ‘eterno’ quanto possono esserlo, in genere, i vincoli fra esseri viventi su questa terra”.

I cani, come tutti gli animali (art. 13 del Trattato di Lisbona dell’Unione europea), sono esseri senzienti, amano, soffrono, provano gioia, paura, stress, sono quindi capaci di avere sentimenti, di elaborare pensieri spesso articolati e di manifestare una particolare intelligenza. La Dichiarazione di Cambridge, stilata dai maggiori scienziati mondiali, afferma che gli animali non solo hanno emozioni ma anche coscienza. In particolare i cani che condividono con l’uomo le cure parentali ossia tutti quei comportamenti messi in atto dai genitori per crescere, educare e difendere la prole sino al raggiungimento di una piena autonomia.

Il cane ha una grande capacità di comunicare, è utente di un linguaggio affinato e adattato proprio in funzione della vicinanza con l’uomo. Secondo Stanley Coren, psicologo dell’Università canadese British Columbia i cani conoscono 165 termini con picchi di 250 per gli esemplari più intelligenti. Recentemente uno studio pubblicato dalla rivista Science stabilisce che i cani capiscono le parole e le distinguono facendolo in modo molto simile all’uomo, utilizzando le stesse regioni del cervello: una capacità acquisita durante l’evoluzione e la domesticazione.

Tante sono le storie di incredibile amore e fedeltà che i cani ci hanno regalato. Da Hachiko che per nove anni, quotidianamente, è andato alla stazione per incontrare il suo padrone, a Tommy cane pugliese che va in chiesa ogni giorno da quando è morta la sua amata padrona o Shandong che morto il suo amico umano ha deciso di montare la guardia alla sua tomba. Il ricordo di questi e tanti altri cani viene immortalato nelle varie forme d’arte in tutto il mondo. Chi vede il cane come “una forma splendida della vita: grave, nobile, amorosa e pura (Carlo Coccioli)” si prende a cuore il suo benessere e non solo per rispetto delle leggi o per urgenza morale, ma anche per recuperare con la dignità di molti quell’indegnità dei pochi che degrada l’uomo.

Forse è utile ricordare a chi ha dimenticato, che i cani sono i nostri compagni di vita, vivono nelle nostre case, alleviano la nostra solitudine, ci regalano emozioni ed esperienze altrimenti sconosciute. Il cane ci soccorre, ci guida, ci difende. Dal recupero nei terremoti ai salvataggi in mare e sotto le valanghe, alla guida dei ciechi, all’aiuto ai disabili, dalla ricerca delle droghe a quella dei dispersi, alla pet therapy. Fiutano il cancro, le crisi diabetiche e ancora tanti altri servizi che compiono per noi.

Abbiamo anche la spietatezza di usarlo nelle attività cruente legali o illegali, come la vivisezione, i combattimenti, la caccia al cinghiale, lo sminamento, la guerra, la pellicceria, l’alimentazione….Ne abbiamo perfino inviato uno, Laika, a morire nello spazio.

Può diventare aggressivo, ma molto raramente uccide, quando gli umani lo allontanano, lo abbandonano, lo affamano, lo perseguitano, lo maltrattano in tutti quei modi che la cronaca ci espone. Quando non viene visto come soggetto di una vita ma come strumento, mezzo, macchina. Allora quel grande compagno e amico inseparabile che ci considera un dio, perde l’equilibrio, si ammala di stress o di terrore, violenta le sue caratteristiche etologiche e si trasforma in aggressore innocente. Un cane educato è un cane felice, meglio, un cane felice è un cane educato. Perché non tener presente la Piramide di Maslow o Piramide Motivazionale (gerarchia dei bisogni)? Partendo dalla base: bisogni fisiologici, sicurezza, appartenenza, stima, autorealizzazione, sono validi anche per il cane.

Valerio Pocar, professore ordinario di sociologia del diritto e di bioetica ci ricorda che “occorre non dimenticare mai che tenere un animale è anzitutto un’assunzione di responsabilità, beninteso lieve e fonte di gioia. Il rapporto con gli animali passa attraverso una comunicazione empatica che s’instaura con un soggetto, non in quanto esemplare di una specie, ma come individuo in sé”.

Ciò che afferma anche Roberto Marchesini, filosofo, etologo e saggista che negli anni novanta ha introdotto in Italia la neonata zooantropologia ovvero lo studio dell’interazione uomo animale ovvero “i fattori che guidano l’uomo nell’interazione con le altre specie e in particolare le pulsioni verso l’alterità animale, i piani e i significati della relazione interspecifica, le dimensioni comunicative che si vengono ad instaurare in tale rapporto, le conseguenze obiettivamente constatabili sulla formazione e sull’equilibrio psicologico dell’uomo”. Rapporto che crea il terzo soggetto: la relazione. La zooantropologia si differenzia dalle altre discipline che si occupano di tale rapporto perché introduce una nuova partnership con l’animale di tipo relazionale (l’animale “con”) diversa da quella zootecnica (l’animale “da”).

P.S.”Umani guardiamoci intorno, non restiamo ancorati al nostro orticello, allo schermo del nostro computer, ai nostri depositi bancari.  Il mondo è grande e vario. Volano le farfalle, gli alberi respirano, i fiori colorano i prati, gli insetti fecondano gli orti, il cielo si incupisce con la pioggia, si illumina con il sole, ci incanta con le stelle. Gli animali accompagnano la nostra solitudine e ci propongono quell’innocenza che da tempo immemorabile abbiamo perduto. Guardiamo con occhi primordiali il nostro raro, ineguagliabile pianeta in quel poco tempo che ci concede la vita!” (Anonimo)

Immagini:

https://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_familiaris#/media/File:Czechoslovakian_Wolfdog_pair.jpg – pubblico dominio

https://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_familiaris#/media/File:Boxer_vor_seiner_H%C3%BCtte.jpg – pubblico dominio

https://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_familiaris#/media/File:Pit_Bull_Red_Nose-Tyson.JPG – pubblico dominio

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CC BY-NC-ND 4.0 Il cane, chi è? by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.