Comunicato stampa della Federazione Nazionale Pro Natura

13 luglio 2023

Una bella vittoria

La pressione dell’opinione pubblica europea e di gran parte delle Associazioni Ambientaliste ha finalmente impedito la bocciatura della norma europea sulla Restoration law, ovvero il grande obiettivo di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi degradati, sia marini che terrestri entro il 2030.

L’utilità della norma se verrà applicata senza ostacoli ulteriori, calata nei contesti dei diversi paesi, avrà l’obiettivo di frenare il declino di biodiversità a livello europeo partendo proprio dagli habitat la cui sottrazione dal degrado è il primo traguardo per impedire la scomparsa di specie in forte difficoltà.

Sarà una grande occasione per ridare spazio alla natura la dove è stata violentemente espulsa come in numerosi ecosistemi agricoli, nelle aree fluviali, prevedendo anche una rinaturalizzazione delle nostre città con una quota del 10% di aree destinate al verde.

Pur rallegrandoci per questo importante risultato non possiamo fugare il timore che l’iter applicativo e gli ulteriori passi formali potrebbero incorrere in rallentamenti ed ostacoli. 336 voti favorevoli contro ben 300 contrari descrive chiaramente la spaccatura del parlamento europeo. Spaccatura che si è esplicitata con gran parte degli schieramenti di destra contrari all’approvazione. Stessa spaccatura si è manifestata anche a livello italiano già dai giorni scorsi nella seduta dei Ministri europei con il voto contrario del Ministro all’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Stupisce l’atteggiamento delle Organizzazioni Professionali Agricole italiane, le quali, a parole, si dichiarano favorevoli a forme di produzioni compatibili con l’ambiente, ma poi, nei fatti, respingono in modo acritico e fuorviante il più importante tentativo per concretizzare tale necessità. Ne si evince una incapacità di cogliere le istanze ambientali e climatologiche, e un atteggiamento complice della desertificazione dei suoli e corresponsabile delle emissioni inquinanti in atmosfera e nel suolo, sintomo di una politica miope e arretrata, destinata a impoverire gli imprenditori agricoli, allontanandoli da modelli di sviluppo più compatibili e innovativi.

L’unanimismo che ha accompagnato appena due anni fa la modifica dell’art. 9 della Costituzione con l’introduzione alla tutela il patrimonio paesaggistico, anche gli habitat e la biodiversità mostra proprio ora, nel voto contrario del Ministro e di buona parte dello schieramento governativo, tutto il suo limite e la contraddizione tra i grandi principi che hanno ispirato la modifica e la sua applicazione pratica.

Il presidente

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