La lettera “aperta” che segue, redatta dal CAART col nostro contributo, risponde ai tanti interventi sulla stampa quotidiana della Toscana, in cui i giornalisti riportano dichiarazioni degli esponenti di varie Associazioni (pastori, agricoltori, cacciatori per lo più) che, sulla base di alcune predazioni ma soprattutto di innocui avvistamenti in pianura, demonizzano questo predatore, per la cui assenza secolare la biodiversità dei nostri territori è stata fortemente penalizzata. 

Il direttore

Lettera pubblicata su IUA n° 2, anno X, Febbraio 2023

Lettera aperta a certi giornalisti toscani
 
In questo mese di gennaio 2023 si susseguono, sui quotidiani toscani, articoli, anche estesi, su aggressioni di lupi alle greggi ma anche su semplici “incontri” di cittadini con questo animale, in zone periferiche di alcuni centri urbani. Molti di questi interventi sulla stampa sono corredati da interviste ad esponenti di organizzazioni che raggruppano pastori e/o agricoltori, quando non cacciatori; il fine sembra quello di diffondere allarme non tanto riguardo alla predazione degli armenti, quanto alla possibilità che si verifichino attacchi direttamente all’uomo. Vorremmo, per amor di scienza e verità, che a questi articoli si affiancassero interviste a naturalisti ed etologi; intanto, vorremmo chiarire un concetto fondamentale, così diffuso e noto che è difficile comprendere come non sia stato ancora universalmente assimilato: il lupo non aggredisce l’uomo, di cui ha un sacro e giustificato terrore, a meno che non stia difendendo se stesso e la sua prole!
Non farebbe male, a certi giornalisti, documentarsi un po’ dal punto di vista storico: l’ultimo attacco letale dei lupi a danno dell’uomo risale al 1825, cioè a quasi due secoli fa. Altresì i lupi (e questo è accaduto anche di recente) possono aggredire i cani in genere di modeste dimensioni, considerandoli prede soprattutto in assenza del padrone, per cui sarebbe prudente averli sott’occhio (rispettando peraltro la legge), specie in questo periodo in cui i predatori scendono anche in pianura alla ricerca di cibo. Quanti sono i lupi in Toscana? Le ultime stime ci informano che sono suddivisi in un centinaio di branchi, composti in media da cinque individui, per un totale di 500/550 individui. Tale elevato numero ha consentito, negli ultimi anni, di contenere in modo naturale la crescita degli ungulati, soprattutto dei cinghiali, la preda preferita del lupo. Peccato che i cinghiali siano in numero elevatissimo, tra i 300.000 e i 400.000, sul territorio regionale, e certamente 500 lupi non bastano ad arginarli.
Pur tuttavia, alcuni esponenti delle associazioni venatorie trovano il modo di lagnarsi del fatto che i lupi, compiendo nient’altro che il loro “dovere” naturale, abbiamo sottratto prede ai cacciatori. Tutta questa campagna di stampa, ampliata a livello delle regioni del centro e centro-nord, si è tradotta, ultimamente, nella richiesta esplicita delle associazioni di pastori al Governo di consentire, in deroga anche alle regole comunitarie, l’abbattimento dei lupi.
Dobbiamo però esplicitare come le uccisioni, del tutto illegali, di questi predatori siano ormai diffuse, e passino “sotto traccia” nella stampa quotidiana. È evidente come qualsiasi provvedimento legislativo che preveda una attenuazione dello “status” di animale protetto nei confronti del lupo, avrebbe un effetto devastante, in quanto rafforzerebbe e, quasi, incoraggerebbe il bracconaggio di questo predatore, riportandoci indietro di mezzo secolo nella tutela della biodiversità, con un effetto “a catena” sulle specie legate al lupo nella piramide alimentare.
 
 C.A.A.R.T. – Coordinamento Associazioni Animaliste e Ambientaliste Regione Toscana
 
Fonte dell’immagine:
https://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus#/media/File:European_grey_wolf_in_Prague_zoo_2.jpg – CC BY-SA 3.0

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