Poesia pubblicata su IUA n° 2, Anno VIII, Febbraio 2021

 

Ognuno ha un sogno

nel proprio cassetto                                                                                                                                        

da inseguire la sera

accantonato di giorno

un sogno non può turbare la vita

nelle ordinarie scansioni

nel proseguo usuale del tempo

A te Samia

il sogno ti correva nel sangue

ti ha lanciato sul mare

attraverso i deserti

le sabbie roventi

nell’orrore delle violenze

nelle ossessioni di morte

l’occhio e l’anima catapultati

a un approdo liberatorio

a un sorriso di vita

ti vedevi

in corsa allo stadio di Londra

per  un’ovazione

tra i drappi delle nazioni

come a Pechino

nella gioia della tua partecipazione

un sogno incarnato

non più smarrita a fuggire

a rattrappirti nella boscaglia

a celarti agli sguardi feroci

a scansare il crepitio delle pallottole

o il micidiale machete

allucinazione

nel pesante barcone

un  sole furente

il sole della  maledizione

a rinsecchire le carni

a prosciugare la bocca

il tempo soccombe allo spazio

nel dilagare azzurro di cielo e di mare

sterminata  prigione  senza le sbarre

un grido

un grido prorompe  a più gole

forse una striscia di terra

laggiù laggiù

labile tra tenui vapori

anche lo scafista pare asserire

il mercante  di vita e di morte

tutti come risorti

a tendere le braccia

a ringraziare il Signore

per il sogno avverato

non lontano ormai l’approdo

la conclusione di un percorso

della speranza e della follia

d’un tratto traballa il barcone

si piega

le urla dello scafista

le urla di tutti

un solo urlo

quello del terrore e della disperazione

si capovolge il barcone

in una ossessione di corpi avvinghiati

corpi che annaspano in mare

una madre solleva  con le braccia il proprio bambino

anche tu Samia tra i barbagli cupi del sole

vano afferrarsi ai suoi raggi

alla luce di un sogno stroncato

anche tu scendi Samia nel gorgo nero

fluttuando colle tue vesti

scendi a raggiungere

tutti i dannati che per un sogno

in fuga  da fame o stermini

rappresi in pesanti barconi

si sono spinti nell’enigma inquieto del mare

a concludersi in un infausto destino.

Per non dimenticare:

questa poesia è dedicata a Samia, la giovane atleta etiope che partecipò alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e che, per continuare il suo sogno sportivo e sfuggire nel contempo alle disastrose condizioni del suo paese, tentò di raggiungere l’Europa, morendo annegata, tra Malta e Lampedusa, nella primavera del 2012.

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CC BY-NC-ND 4.0 A Samia Yosuf Omar by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.