INCONTRO MUSEO CITTA’
19 APRILE 2024 – CIRCOLO ARCI ISOLOTTO
A Firenze manca una struttura che fornisca una visione complessiva dell’evoluzione e della storia del centro urbano e del suo territorio, una struttura in cui tutte le raffinate ricostruzioni, oggi possibili tramite la realtà virtuale, siano affiancate da testimonianze storiche, artistiche e documentarie, funzionali alla comprensione dell’itinerario storico.
Pro Natura Firenze ritiene che l’obiettivo di un Museo della Città non sia tanto quello di mostrare dentro un contenitore le opere ora nascoste nei depositi, ma piuttosto quello di creare uno strumento per comprendere il retroterra culturale e storico fiorentino, per i visitatori, i turisti o i residenti. Perché non tutto è Rinascimento, o Medici, e non tutti hanno modo di accedere alla vasta letteratura storica per avere le informazioni necessarie onde capire quello che abbiamo davanti e come si è costituito.
Fino al 2010 esisteva il Museo “Firenze com’era” che, attraverso plastici, dipinti, stampe e reperti, permetteva di capire l’evoluzione del nucleo urbano: poi è stato smantellato, e significative realizzazioni come il plastico della Florentia romana non hanno più trovato dimora. Anche le sezioni territoriali, un tempo disponibili nel Museo Archeologico, non esistono più: distrutte dall’alluvione del 1966 e da successive altre scelte condizionate dalla esiguità degli spazi. Si legge sul sito: “L’alluvione del 1966 ha completamente distrutto il Museo Topografico e attualmente più di centomila oggetti di straordinario valore sono depositati nei magazzini e per mancanza di adeguati spazi espositivi sono fruibili al pubblico solo in occasione di mostre temporanee”.
Un Museo della Città di Firenze e del suo Territorio, dalla preistoria ai nostri giorni dovrebbe permettere di avere un’idea dello sviluppo del centro urbano e del suo rapporto con il territorio: la prima farina, il villaggio eneolitico di Ponte a Greve, l’insediamento Villanoviano, gli Etruschi, la Florentia romana, la centuriazione della campagna, le strade etrusche, romane e medioevali, le guerre gotiche, le abbazie, i castelli, la vita medioevale, le cinte murarie, le guerre con Siena e con le altre città toscane, i Medici, il Rinascimento, l’assedio di Carlo V, i Lorena, Firenze Capitale, la scienza e la tecnologia del XIX secolo con la nascita della Galileo, il ruolo culturale di Firenze nel primo Novecento, il Fascismo, la funzione delle ferrovie, le distruzioni della seconda guerra mondiale, la Resistenza, La Pira e l’Isolotto, l’alluvione del 1966.
Il Museo dovrebbe dare spazio anche al terzo millennio, ospitando una sezione permanente relativa ai progetti in atto ed a quelli futuri, per un confronto necessario e dinamico col passato che possa essere di stimolo a un dialogo tra cittadini, amministratori e progettisti sull’evoluzione della città in sintonia con ciò che Firenze è stata.
La sua collocazione dovrebbe essere prevista, preferibilmente, al di fuori del centro storico della città e non deve richiedere terreno che non sia già edificato. Si dovrebbe considerare l’ipotesi di realizzazione in uno dei quartieri esterni, utilizzando un’area ben raggiungibile, a pochi passi da fermate della tramvia e da importanti nodi stradali. In questo modo diverrebbe anche un “hub” turistico da dove potrebbero aver base escursioni per i musei esistenti nei centri periferici, quali ad esempio, quelli appartenenti al Sistema Museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino. Spesso il problema è conoscere i luoghi, raggiungerli, coordinarsi con orari spesso discordanti, cosa già piuttosto complessa per il residente, molto più difficile per un turista.
Avere un hub, che coordini e aiuti queste visite, favorirebbe la valorizzazione del patrimonio diffuso che è in gran parte visibile, ma non sempre conosciuto. In secondo luogo, potrebbe essere utilizzata anche un’area monumentale, fermo restando i requisiti di hub turistico che prima abbiamo accennato.
È evidente che quanto qui prospettato è una prima idea, su cui occorre costruire in termini di business plan, consenso, progetto scientifico e museografico, e finanziamento: ma riteniamo che il ritorno potrebbe essere di grande rilievo sia in termini economici che soprattutto in termini culturali.
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