Articolo pubblicato su IUA n° 7, Anno III, Luglio-Agosto 2016

I Righeira cantavano, anni fa, “L’estate sta finendo”; nel nostro caso, invece, sta iniziando e dal punto di vista meteorologico ciò avviene ufficialmente con il 1° giugno; questo perché, come detto più volte all’interno di questa rubrica, le stagioni meteorologiche non coincidono appieno con quelle astronomiche. In tal modo l’estate inizia il 1° giugno e si conclude il 31 agosto.

Mentre prende avvio la stagione estiva, si conclude nei fatti uno dei fenomeni di “El Niño” più intensi degli ultimi decenni, che senza dubbio ha contribuito a determinare fra il 2015 e inizio 2016 un rialzo non indifferente delle temperature terrestri. A riprova di quanto appena detto in merito al venir meno de “El Niño“, postiamo qui sotto il grafico Unisys che indica, attraverso vari colori, le anomalie delle acque superficiali del globo.

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Come è facilmente intuibile il colore rosso acceso indica temperature sopra la media, mentre il blu il contrario. “Il Niño” e il suo opposto, “La Niña“, si concretizzano nella fascia dell’Oceano Pacifico orientale che, nel suo lato destro, si trova all’incirca in corrispondenza del bacino peruviano. Come è osservabile dal grafico, tale fascia inizia a colorarsi di blu e questo perché in molti settori si sta già registrando un raffreddamento delle acque che dovrebbe portare, secondo molti esperti, all’avvento de “La Niña” entro la fine dell’estate. Da notare inoltre come persista una forte anomalia negativa delle acque dell’Atlantico settentrionale (cosiddetto blob atlantico).

Come trascorrerà allora l’estate 2016? Solitamente gli effetti climatici de “Il Niño” continuano a farsi sentire ancora per altri 3-4 mesi dopo la conclusione del fenomeno. Questo lascerebbe presagire un’estate ancora molto calda, per lo meno rispetto alle medie degli ultimi trenta anni. In realtà, non si possono fare delle previsioni di tre mesi attenendosi solamente a un fattore climatico e la realtà potrebbe proporre, soprattutto a livello locale, delle situazioni leggermente diverse. Se fino a quindici giorni fa i principali modelli climatici di riferimento prevedevano un’estate rovente con una persistente presenza sullo stivale del famigerato Anticiclone africano, negli ultimi giorni, con l’avvicinarsi dell’inizio dell’estate, gli stessi modelli hanno almeno in parte ridimensionato le temperature previste per giugno, luglio e agosto.

                                          Spiaggia Amantea La Tonnara_origCiò che, quindi, è più lecito aspettarsi, è un’estate sì calda ma non troppo, con giornate di bel tempo e temperature anche sopra i 32°, alternate a dei periodi, magari di breve durata, più freschi per via di perturbazioni atlantiche che potrebbero interessare maggiormente il nord Italia e in parte il centro, mentre il sud, come avviene spesso, dovrebbe risultare più protetto dall’alta pressione. Dovrebbe essere soprattutto la prima parte di giugno ad avere qualche incertezza in più, mentre i mesi luglio e agosto sembrerebbero poter essere più stabili. In poche parole dovremmo avere un’estate un po’ più fresca di quella del 2015 ma più stabile di quella del 2014. Questo tipo di compromesso, qualora si avverasse, sicuramente farebbe piacere a molti. Nel frattempo, pioggia o non pioggia, la maggior parte degli invasi d’acqua e delle dighe sono colmi d’acqua, tanto che le scorte sono quasi ovunque sufficienti per coprire i bisogni dell’intera stagione estiva, per cui almeno questa preoccupazione ce la possiamo togliere.

È già troppo parlare di una stagione intera, ma l’interesse mi spinge a pensare oltre, non tanto per azzardare delle previsioni ma piuttosto una tendenza. Con il passaggio dal “Niño” a la “Niña“, con un’attività solare che per il prossimo autunno/inverno dovrebbe rimanere stabilmente su dei livelli bassi (entro un anno dovremmo entrare in una fase di minimo solare anche profondo), con una QBO negativa che dovrebbe destabilizzare maggiormente il prossimo vortice polare favorendo anche incursioni di aria fredda da est, è lecito attendersi dal prossimo autunno un’inversione di tendenza, rispetto al surriscaldamento avuto negli ultimissimi anni. In teoria, il prossimo inverno dovrebbe avere tutte le carte in regola per tornare a essere almeno un inverno mediterraneo, mentre negli ultimi tre anni la cosiddetta stagione fredda è stata tale solamente nel nome. È poi probabile che il trend al ribasso possa proseguire anche nei mesi e anni a venire ma prima che ciò possa accadere bisogna riuscire a sfatare le teorie del global warming, cosa sicuramente non facile, nonostante di recente siano sempre di più gli scienziati che si schierano contro la stessa teoria.

Alessio Genovese

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CC BY-NC-ND 4.0 PILLOLE DI METEOROLOGIA: Estate calda… e poi? by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.