Gentili lettori, dal 01 marzo, come forse già saprete, prende avvio la primavera dal punto di vista della meteorologia. Questo ci dà l’occasione per uno spunto di riflessione rispetto al periodo invernale appena concluso. In realtà, la complessità dell’argomento richiederebbe ben più di uno spunto di riflessione ma noi proveremo a sintetizzare il tutto in poche righe. Come già scritto più volte, le fasi climatiche possono essere analizzate nella loro interezza soltanto a posteriori o comunque dopo un periodo di tempo sufficientemente lungo. E’ innegabile che il trend climatico degli ultimi due decenni sia improntato a delle temperature medie al rialzo, a fenomeni atmosferici spesso estremi e ad una notevole compattezza del vortice polare durante il trimestre invernale. Lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumento della temperatura in troposfera, si riflette con una situazione diametralmente opposta in stratosfera (parte più alta dell’atmosfera terrestre) dove si raggiungono temperature via via sempre più fredde che portano il vortice polare ad essere molto compatto con venti zonali (per intenderci quelli che provengono da ovest in direzione est) molto tesi. Ad oggi si tende ad attribuire la responsabilità di ciò proprio agli effetti del cosiddetto global warming, ma solo tra qualche decennio potremmo avere le idee più chiare e comprendere meglio se la situazione potrà avere un punto di ritorno oppure no. La speranza è che la natura, se non vorrà farlo direttamente l’uomo, possa trovare la modalità per invertire tale trend così come avvenuto in epoche passate (vedi il Medioevo) anche se effettivamente allora le cause del riscaldamento non erano di certo imputabili all’attività antropogena.

Se la temperatura media è effettivamente aumentata su scala planetaria, è però anche vero che non è da imputare solo a ciò il fatto che in Italia le avvezioni di aria fredda si contino oramai al lumicino. Da una parte il vortice polare è più compatto e tende quindi a rimanere per lo più confinato in prossimità della zona polare o comunque alle alte latitudini, dall’altra però è anche vero che durante il trimestre invernale vi sono ancora delle brevi fasi in cui si registrano scambi meridiani con discese di aria fredda. Quello che però è capitato molto spesso negli ultimi anni è che tali discese di aria fredda hanno colpito, oltre alle zone oramai scontate degli Stati Uniti centro-settentrionali lato atlantico, anche territori come la Turchia, o addirittura l’Egitto, che si trovano rispetto all’Italia più ad est ma soprattutto molto più a sud. Se il discorso degli Stati Uniti è legato per lo più ad una differenza geografica/orografica con assenza di una catena imponente come quella delle Alpi che fa da barriera all’aria fredda, per quanto riguarda l’Italia i fattori che influiscono sono diversi e fanno sì che la penisola, ma in realtà tutto il Mediterraneo, siano più facile bersaglio delle risalite di aria calda anche di matrice africana. Ed è per questo che la percezione dei cambiamenti climatici da noi sia più avvertita che in altre zone del pianeta. Se rimarrà sempre così è difficile dirlo. Sicuramente episodi freddi e nevosi ci saranno ancora, ma da qui ad alcuni decenni potrebbero essere sempre sporadici.
Per quanto riguarda la tendenza attuale, il mese di marzo esordirà con un afflusso di aria relativamente fredda proveniente dai Balcani che coinvolgerà inizialmente le regioni del nord-est e poi si estenderà anche alle regioni del centro sud lato Adriatico. Si tratterà di un passaggio abbastanza rapido che alimenterà una blanda depressione che darà vita ad alcune precipitazioni per lo più nelle regioni centrali con tendenza a trasferirsi al sud il giorno 03. Dal giorno 04 in poi, assisteremo ad una rimonta dell’alta pressione e ad un graduale rialzo delle temperature che si porteranno presto sopra le medie del periodo, anche se in maniera non eclatante. Tra la fine della prima decade e l’inizio della seconda, l’egemonia dell’alta pressione potrebbe essere momentaneamente messa in discussione dall’arrivo di un’altra depressione la cui entità è però difficile da valutare in questo momento. Il mese di marzo dovrebbe continuare a svilupparsi con un’alternanza tipica primaverile con giornate piacevoli ed altre leggermente perturbate, ma probabilmente non avremo fenomeni particolarmente intensi. Rimane l’incognita legata ad un forte riscaldamento della stratosfera previsto verso la metà del mese, che dovrebbe andare a destrutturare in maniera importante il vortice polare. Gli eventuali effetti in troposfera potrebbero aversi nell’ultima decade del mese, ma è veramente impossibile prevederli ad oggi.
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