Evviva la Primavera

a cura di Alessio Genovese

Gentili lettori, nonostante oramai siamo almeno alla sesta stagione invernale consecutiva in cui assistiamo ad un clima assai poco consono alla stagione, mai come quest’anno abbiamo assistito ad un vortice polare che in stratosfera mostra una compattezza così notevole e delle temperature veramente fredde al suo interno. Paradossalmente, queste temperature gelide (nell’ordine anche di -80°) che si registrano in stratosfera corrispondono a delle temperature molto più miti in casa nostra, ovvero in troposfera. Come ben sappiamo, la comunità scientifica si interroga se questo fenomeno possa essere collegato al global warming ed in un secondo momento se e come lo stesso surriscaldamento globale possa o meno avere delle ragioni antropiche. Se l’esistenza del global warming è oramai conclamata, sicuramente si hanno meno certezze sulla responsabilità diretta dell’uomo rispetto a tutto ciò. Ad ogni modo, global warming antropico o non antropico, questo non vuol dire che non assisteremo più a degli inverni consoni alla stagione. Il giungere o meno delle perturbazioni fredde o dell’alta pressione, che determina tempo stabile ed anche caldo in una parte o in un’altra del pianeta, è legato a tutta una serie di concomitanze che possono verificarsi magari per 6-8 anni in una parte della Terra e nei 6-8 anni successivi in tutt’altra zona. Questo può dipendere dal variare di quegli indici che si utilizzano in meteorologia e che spesso vengono citati in questa rubrica (PDO – AMO – QBO – ENSO, etc). Per cui, per quello che ne sappiamo, nei prossimi anni potremmo tornare ad avere tranquillamente degli inverni nevosi, seppure in un contesto climatico annuale legato sempre ad un “sopra media” costante. Il prossimo inverno potrebbe costituire in tal senso una sorta di prova del nove rispetto a tutto ciò. Ovviamente l’augurio per le generazioni future è che il “sopra media” possa prima o poi invertire la rotta, così come del resto è avvenuto anche in altre epoche storiche (si vedano ad esempio i periodi caldi del Medioevo quando però è vero che l’influenza dell’uomo era praticamente inesistente).

 

Venendo al presente, rispetto al quale possiamo avere qualche piccola certezza in più, finalmente si intravede a breve termine una maggiore dinamicità del clima, sufficiente per rendere il mese di marzo molto meno stabile e ben più variabile di quanto non sia accaduto a gennaio e febbraio. Del resto con il 01 marzo inizia la primavera meteorologica e spesso questa, assieme all’autunno, è la stagione che offre più spunti piovosi e perturbati. Il maggiore irraggiamento solare gioca sicuramente la sua parte nel determinare un’instabilità del tempo. Almeno fino a fine mese non aspettiamoci particolari eventi freddi, ma le temperature dovrebbero essere molto più vicine alle medie del periodo rispetto a quanto non sia avvenuto durante l’inverno. Nella prima metà del mese si prevedono in successione diverse perturbazioni atlantiche o nord atlantiche, in grado di dispensare, un po’ in tutto il paese, qualche gradita pioggia, soprattutto in vista di un’estate che, dispiace dirlo, ma dati alla mano potrebbe essere nuovamente calda. La seconda metà del mese potrebbe essere nuovamente più stabile, in vista di un nuovo probabile peggioramento per il mese di aprile, quando il famigerato vortice polare inizierà a dissolversi rendendo ancora più instabile il tempo. In questo caso gli indici meteo dovrebbero iniziare a giocare a favore, anche in vista del prossimo inverno.

Alessio Genovese

 

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