Articolo pubblicato su IUA n° 2, Anno IV, Febbraio 2017

Guardarsi attorno e provare a leggere lo stato di salute del pianeta è qualcosa che scoraggia: non c’è cosa, angolo o ambiente che non porti i segni di un desolante stato di indifferenza e di precarietà.

Per migliorare la situazione occorrerebbe una reale partecipazione e consapevolezza dei problemi sempre maggiori che si accumulano irrisolti, relativamente alla salute del pianeta.

Dalle discariche abusive, sia di semplice spazzatura, sia di materiali tossici o indistruttibili, all’uso di materiali inquinanti che persisteranno per secoli avvelenando l’aria, l’acqua, la terra, è tutto un brulicare di attività che tendono a danneggiare in maniera irreparabile il mondo in cui viviamo, dimenticando che è l’unico di cui disponiamo.

L’azione di un gruppo di artisti, come Discaricarts, non può certo risolvere questi problemi. Tuttavia ci sembra che sia doveroso, per ciascuno, parlarne, coinvolgere quante più persone possibili sensibilizzandole a considerare l’importanza di tutto ciò.

L’azione pluriennale del gruppo Discaricarts è, ed è sempre stata, mirata a attirare, con mostre ed eventi di vario genere, l’attenzione sui problemi dell’ambiente.

È dagli anni ’70 che si è cominciato a parlare con una certa insistenza di ECOLOGIA, ma poco è stato fatto e, intanto, la salute del pianeta è in fase di continuo peggioramento.

L’azione del gruppo Discaricarts è solo una piccola presenza, ma abbiamo l’orgoglio di “esserci”, di continuare ad “esserci”, perché il “fare” è uno dei tanti modi di vivere consapevolmente la propria esistenza.

Le nostre opere non sono velleità, ma frammenti casuali dei moltissimi, troppi segni, della cattiva salute della Terra, del suo clima, del suo mare, della sua aria, che servono a richiamare l’attenzione di tutti sulla gravità del problema.

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CC BY-NC-ND 4.0 Frammenti casuali da un pianeta malato by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.