Articolo pubblicato su IUA n° 9, Anno I, Dicembre 2014

Il rispetto per la Natura. Cascatelle sul fiume Treja, Viterbo - Foto di Alberto Pestelli © 2005

   Parlando con Giorgio Burdese dell’AICS su vari temi: dal teatro alla formazione, dall’ambiente alla cultura, ci siamo incontrati su vari temi e in particolare quello che ci ha attratto è stato la libertà, che va intesa soprattutto come rispetto, interazione, partecipazione, cultura a tutto tondo.

Rispetto per se, per gli altri, per il lavoro, l’ambiente, i diversi, soprattutto oggi che assistiamo ad un terrificante sfacelo dei comportamenti, delle convivenze, della vita umana. Da qualche parte occorre ripartire, prendere le redini e ricominciare da capo, prima che sia troppo tardi e gli scenari sono sempre gli stessi: la famiglia, la scuola, il lavoro.

Ci occupiamo in queste poche frasi proprio di questo aspetto, ben sapendo che sono tre aree strettamente correlate, con ricadute ed interazioni le une sulle altre. Non sempre è facile distinguerle e il confine è estremamente labile. Il lavoro è forse l’ultimo tassello su cui si inseriscono gli altri due ed è anche l’ultimo stadio dove si vedono realizzati (oppure no) i precedenti. Una piramide che necessita di una solida base per poter esprimere al meglio le sue caratteristiche.

   Rispetto: ovvero rigore, norma, metodo, adattamento, elasticità, crescita introspezione, tutti utili strumenti per orientarsi nel mondo circostante, a qualsiasi ambito appartenga. Il rispetto è fondamentale nella rappresentazione teatrale e nel coro dove occorre attendere il proprio turno, senza prevaricare, senza invadere, attenti ai ritmi e ai tempi.

Rispetto lo si trova nello sport, nelle gare, negli incontri che tengono conto delle specifiche competenze e professionalità. Rispetto lo si vede nel team di formula1 dove la squadra dei tecnici è altrettanto importante come la bravura del pilota o il sofisticato insieme di tecnologie dell’auto, In poche frazioni di secondi ciascuno svolge il proprio compito, senza intralciare l’altro, senza prevaricare, avendo in mente l’obiettivo condiviso: la gara, nella quale ciascuno mette il proprio impegno e il proprio ruolo.

Il responsabile è proprio la regina del palcoscenico: la Comunicazione, come l’araba Fenice che ci sia ognun lo sa… e, insieme a questa, è arrivata anche la “conoscenza” che poi tanto nuova non è, se si leggono testi greci e latini – e non solo. “Comunicare” è difficile, anche perché prevede un emittente e un ricevente, e, soprattutto, un ritorno dal ricevente all’emittente, pena la non comunicazione del messaggio, un clima gradevole e un obiettivo comune, un rispetto dell’altro e del diverso, altrimenti “verba volant”. Che bello scrivere una mail o un messaggio sul telefono e vedere che il ricevente risponde.. sembra scontato ma non lo è almeno entro i confini nazionali. All’estero il protocollo è diverso: chiunque risponde in tempo reale e con cortesia e disponibilità, anche senza conoscere il mittente.

Rispetto è una dote da acquisire lentamente, per non veder fallire tentativi, o provare delusioni e rammarichi, ma occorre una buona dose di maturità e di consapevole collaborazione. Va alimentato con attenzione e cura per non vedere sciupare un lavoro consolidato nel tempo.

Il tempo trascorso sul lavoro è spesso una parte consistente della nostra giornata per cui sarebbe buona norma dedicare ai colleghi il meglio del nostro impegno. Come Pupi Avati ha detto in una intervista fatta per il libro Scuola Domani (Milano, Franco Angeli, 2006), “… chi lavora senza interesse o partecipazione è come se fosse condannato ai lavori forzati”.

Libertà e rispetto vanno di pari passo e hanno bisogno di metodo, rete, cultura, per interagire e raggiungere gli obiettivi, ma purtroppo trovare i giusti compagni di viaggio è sempre uno dei problemi fondamentali di qualsiasi rete si parli, perché presuppongono impegno e costanza, e soprattutto sinergie condivise.

“quando l’ultimo corso d’acqua sarà prosciugato, quando l’ultimo albero sarà abbattuto, ci renderemo conto che il denaro non si mangia” (detto indiano).

Paola Capitani – paola.capitani@gmail.com

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