Articolo pubblicato su IUA n° 1, anno X, Gennaio 2023
L’aria del Paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo. (Proverbio arabo)
In Italia il cavallo è considerato animale da reddito e non d’affezione perché, come tutti gli altri animali sfruttati, è un cavallo “da”, ovvero: da trotto, da galoppo, da traino, da dressage, da circo… da macello. Sono oltre 300 le razze di cavalli. Il cavallo è un animale tanto “visto” e… tanto sconosciuto. È un animale fiero, delicato, nobile, elegante, dalla bellezza straordinaria. È un amico. Sono molti in Italia a considerare i cavalli animali d’affezione alla pari del cane e del gatto. Il cavallo è molto intelligente, agile e forte, sensibile, altruista, comunicativo; la sua versatilità ha permesso all’uomo un impiego costante in moltissime attività. Dallo sport al lavoro, alla pet-therapy; ma in realtà questo straordinario animale ama passare del tempo a rilassarsi, pascolare e godersi il sole. È pacifico, socievole e molto affettuoso non solo con i suoi simili ma anche con gli esseri umani. Pur essendo un animale addomesticato da molto tempo, la sua natura selvaggia non si spenge, rimane parte integrante del suo animo e del suo carattere. Ama destinare la sua attenzione ai suoi simili, ma è curioso anche nei confronti di altre specie che non reputa pericolose. Tra queste anche l’uomo, con il quale ha stabilito un patto di alleanza millenario. Il cavallo possiede sensi molto sviluppati e, tra questi, la capacità di captare e prevedere situazioni di pericolo.
In natura, essendo un animale sociale, il cavallo vive in gruppi dove tutti si conoscono individualmente e si creano rapporti differenziati, di solito ognuno ha un suo “amico del cuore”. All’interno del gruppo, nel tempo, si stabiliscono delle gerarchie e di solito il capo è una femmina anziana, che ha maturato diverse esperienze e conoscenze. Nella comunità dei cavalli, inoltre, si deve anche “lavorare” per il bene di tutti: a turno qualcuno veglia e controlla l’arrivo di eventuali predatori mentre gli altri si riposano. Il cavallo ha una vita media variabile dai 25 ai 30 anni; più raramente supera i 40 anni. Come per tutti i mammiferi, anche per il cavallo è fondamentale il rapporto con la madre che è attaccatissima al suo puledro e lo difende da tutti gli intrusi, compreso l’uomo. La nascita avviene all’interno del branco e le altre femmine fanno cerchio intorno alla partoriente. Poi il piccolo viene accudito assiduamente non solo dalla madre, ma anche dalle “zie”, che la aiutano e le permettono di pensare un po’ a sé, per esempio di mangiare in tranquillità.
Carrozzelle
Il cavallo attaccato a una carrozza fa una cosa a cui è in qualche modo costretto, che non farebbe mai spontaneamente e facendo la quale non prova sicuramente né piacere né benessere. La carrozza è uno strumento a uso e consumo umano e il cavallo che la tira è un animale come minimo “usato” e spesso “abusato”. Nel caso delle carrozze in città, a prescindere dal caldo e dalla pioggia, il cavallo è sottoposto a lunghe ore di privazione sensoriale: un animale che in natura pascola fino a 17 ore al giorno, che ha necessità di stare in branco, che è estremamente sociale e gregario, il cui metabolismo è stato plasmato perché si alimenti in continuazione… messo lì per ore o fermo come un fantoccio o a tirare una pesante carrozza non è un animale rispettato. Inoltre, spesso i cavalli scivolano sull’asfalto, si feriscono, vengono soppressi. Quando il cavallo viene liberato da un lungo periodo di confinamento, corre e sgroppa, ma non lo fa perché “è felice”. Paradossalmente può essere la dimostrazione del contrario, e cioè che quel cavallo dalla vita infelice può espletare finalmente il suo bisogno di libertà. A quale epoca rispondono le carrozzelle? Non certo a quella dell’informatica, dell’esplorazione di Marte, dei robot, dell’energia solare… rispondono al passato ormai remoto, a quella tradizione che si vuole continuamente rigenerare, che rappresenta modalità di vita superate, tradizione che rispecchia il contrario dell’evoluzione alla quale appartengono invece la fantasia e la creatività.
Le fattorie del sangue
La sorte peggiore è riservata alle femmine nelle “fattorie del sangue”. Una vita passata tra gravidanze, aborti e torture per ottenere l’ormone PMSG contenuto esclusivamente nel sangue di cavalle gravide, che viene usato per la produzione di alcuni farmaci veterinari che servono per indurre artificialmente il calore e l’ovulazione negli allevamenti intensivi di maiali. Queste cavalle sono sottoposte, in media una volta a settimana, a estrazioni di sangue che possono raggiungere i 10-12 litri, quantità che può portare a shock e morte. Vengono ripetutamente ingravidate ma nella maggior parte dei casi abortiscono a causa delle condizioni fisiche estremamente debilitate. Se riescono a partorire, i puledri maschi vengono mandati al macello, le femmine seguono la sorte delle madri e, quando non rimangono più gravide anch’esse mandate al macello.
Palii e giochi
“La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.” (Einstein)
Sono circa 300 le manifestazioni organizzate ogni anno in Italia che utilizzano cavalli e asini. Dal 1975 ad oggi sono 13 i cavalli morti ad Asti e 50 a Siena. I palii sono, per i cavalli una folle corsa verso la morte. Dopo Raol, l’ennesimo cavallo morto al palio straordinario di Siena del 2018 a seguito di decine di altri, con le immagini della sua gamba penzoloni dopo una frattura completa, mentre viene ancora e ancora colpito dagli altri cavalli in corsa, l’indignazione non basta più: è urgente arginare questo massacro. Il palio di Siena viene spacciato per manifestazione tradizionale, ma ormai da molto tempo non ha più nulla della tradizione con cui era nato. Ha una pista con due curve impossibili a 90 gradi: il risultato è un innesco quasi automatico di scontri e cadute, tanto che chiamarli incidenti è pura ipocrisia.
“Tutta la società è costruita per dare spago alla violenza e la violenza genera violenza”. (Tiziano Terzani)
Le immagini utilizzate per questo articolo sono state gentilmente concesse da Alberto Pestelli (2015) Deposito PATAMU N° 193283 del 19 dicembre 2022, Tutti i Diritti Riservati.
IL CAVALLO – Scomode realtà dietro l’immagine convenzionale by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.