Articolo pubblicato su IUA n° 2, Anno III, Febbraio 2016

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Nell’ultimo articolo pubblicato online nei giorni immediatamente successivi alle festività natalizie avevamo ipotizzato che i primi freddi invernali potessero arrivare in Italia all’incirca attorno al 15 del mese in corso, ed in effetti così è stato. Dopo un mese di dicembre che ha battuto diversi record di caldo (almeno dove non era presente la nebbia!!), proprio da metà mese l’inverno ha incominciato a far parlare di sé con temperature un po’ dappertutto in picchiata, per l’ingresso dalla porta della Bora di aria fredda di origine prevalentemente artica ma in parte anche continentale. Per intenderci, l’aria artica proviene per lo più da nord mentre quella continentale maggiormente da est ed è un tipo d’aria che non ha subito l’opera mitigatrice del mare, formandosi sull’Europa dell’Est. Se il freddo si è fatto sentire un po’ su tutta la penisola, le precipitazioni, invece, per lo più a carattere nevoso, si sono concentrate essenzialmente al centro-sud, per intenderci dalle Marche in giù e prevalentemente sul versante adriatico, fatta eccezione per le colline della Sardegna e della Sicilia. È innegabile come da alcuni anni sembra che nevichi più al Sud che non al Nord e le stesse Alpi spesso devono rimanere a guardare. La motivazione di ciò non sta in un’inversione geografica ma piuttosto è collegata alla traiettoria che assumono le perturbazioni che arrivano in Italia. Per farla ancora più semplice, dipende da dove si vanno a posizionare i minimi di bassa pressione; sono proprio quest’ultimi che poi determinano l’insorgere delle nuvole e lo scaturire delle precipitazioni. Il “dove” si forma il minimo dipende spesso dalla traiettoria della massa d’aria fredda che giunge in Italia. Perché si abbiano delle precipitazioni più “democratiche”, con coinvolgimento anche del Nord, occorrerebbe che il freddo entrasse anche dalla porta del Rodano (ovvero direzione Francia) mentre con ingresso dalla Bora spesso il Nord viene scavalcato. È come se il freddo andasse ad impattare contro le Alpi, le quali fungono da trampolino di lancio, facendo ricadere le nuvole dalle Marche in giù. Se l’ingresso della massa d’aria viene ancora più da est, con aria prettamente continentale, allora non è da escludersi la creazione di un minimo sul medio-alto Tirreno, con probabile neve anche su Romagna, Toscana, e parte del Lazio.

Dopo aver annoiato (speriamo di no!!) il lettore con una disamina un po’ didattica, è opportuno ora fare un cenno a quanto potrebbe accadere in vista dell’ultimo mese invernale, ovvero febbraio. Tale mese negli ultimi anni è stato spesso quello che ha regalato le soddisfazioni maggiori agli amanti del freddo e della neve. Diciamo subito che, almeno in linea teorica, le premesse anche quest’anno sembrano essere buone. Dopo che è terminato il condizionamento della troposfera ad opera della stratosfera (per le spiegazioni si leggano eventualmente gli articoli più recenti nella rubrica), la prima sembra essere maggiormente incline alla possibilità di scambi di calore lungo i meridiani, un po’ come è accaduto pochi giorni fa (dal 16 gennaio in poi). Al momento, l’ipotesi più credibile prevede che fino agli ultimi giorni del mese di Gennaio si possa assistere ad un periodo nuovamente dominato dall’Anticiclone, e quindi con tempo per lo più soleggiato e stabile. Le temperature ad ogni modo dovrebbero mantenersi entro i valori stagionali o comunque non molto al di sopra, questo per la probabile presenza di frequenti infiltrazioni di aria fresca da est. Volgendo lo sguardo oltre, non è da escludere la possibilità che entro fine mese giunga aria più fredda con annessa nuova perturbazione (e precipitazioni nevose al seguito) sempre da est, ma questa rimane un’ipotesi ancora da confermare. È innegabile il fatto che molti appassionati di meteorologia vedano in questi giorni delle forti analogie, come tempistica e sinottica generale, con quanto accadde a fine gennaio ’12, quando venne a farci visita il famoso “Buran”, ovvero il vento gelido proveniente dalle steppe siberiane che determinò delle forti nevicate su mezza Italia.

neve-gelo-eccezionale-burian-inverno-dicembre-2015-febbraio-2016_0È troppo azzardato, però, fare ora delle analogie con un evento che fu storico e che solitamente si ripete ogni 20-30 anni. Ad ogni modo l’eventuale moto antizonale delle masse d’aria (che solitamente vanno da ovest ad est) potrebbe innescare, indipendentemente dal fatto che colpisca o meno l’Italia, una possibile dinamica di T-S-T (troposfera-stratosfera-troposfera). Tale dinamica ha origine appunto con un evento importante in troposfera che condiziona la più alta stratosfera, la quale subisce un disturbo e provoca a sua volta una nuova destabilizzazione della troposfera. Quando ciò avviene, si apre solitamente una lunga fase in cui il vortice polare è disturbato e quindi più propenso a consentire discese di aria fredda lungo i meridiani. Al di la della possibilità che si concretizzi tale complessa dinamica, sono comunque alcuni giorni che le speciali mappe della stratosfera evidenziano un continuo riscaldamento in corrispondenza della Siberia, che dovrebbe diventare sempre più consistente da qui ai primi di febbraio, quando potrebbe portare il vortice polare ad uscire dalla sua sede naturale. A questo punto servono ancora un paio di incastri giusti perché l’Anticiclone delle Azzorre si elevi sui meridiani verso Nord, bloccando le umide correnti atlantiche e consentendo la discesa di nuove ed importanti masse d’aria artiche sullo stivale.

freddo-610x400Come si può intuire di carne (o meglio freddo) al fuoco ce ne è tanta, e quindi non è assolutamente da escludere la possibilità di vivere un fine gennaio ed inizio febbraio piuttosto scoppiettanti, il che, in tempi di global warming e a fronte di un inverno con indici sfavorevoli al freddo, sarebbe già molto. Per i dettagli vi rimandiamo ad un altro momento, intanto vi saluto informandovi sul fatto che “El Nino” sta incominciando a perdere forza ed entro la prima metà dell’anno dovrebbe esaurire i suoi effetti sul pianeta. Vedremo poi se vi sarà subito una virata improvvisa verso una fase di “Nina” o se ci manterremo in una lunga fase neutrale.

Alessio Genovese

 

 

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