Articolo pubblicato su IUA n° 1, Anno IV, Gennaio 2017

Il 2016 sta per compiere le sue ultime miglia attorno alla sua stella e i rapporti su questo e su quell’altra cosa si sprecano… molte statistiche riguardano anche cose futili, banali. Tra questi, a volte appaiono dei rapporti finalmente utili che possono dare un briciolo di speranza per il futuro.

Girovagando per i sentieri del WEB spesso mi fermo in quella che io definisco “Contrada ANSA Ambiente” con la speranza che mi venga servito un buon “piatto” di notizie fresche. Purtroppo non sempre sono articoli positivi per la tutela dell’ambiente, ma quando ti imbatti in titoli come quello che ho letto l’altro giorno ho visto che un po’ di luce per illuminare l’orizzonte esiste ancora.

I dati che le aziende di recupero (riunite nell’associazione delle aziende del recupero rifiuti, Fise Unire, e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile) hanno fornito alla stampa durante un convegno che si è tenuto a Roma riguardano l’anno 2015. Non nascondo che sarebbe stato molto più interessante avere le statistiche del 2016… sigh! Tuttavia se la tendenza in Italia è quella di due anni fa, le prospettive per il futuro lasciano ben sperare.

In parole povere nel nostro Paese è sempre più forte l’industria del riciclo con il 67% nell’intero corso del 2015. Sono state ricavate ben dieci tonnellate di nuove materie prime derivanti da più di quindici tonnellate di rifiuti comprendenti la carta, il vetro, la plastica, materiali organici e legno.

Rispetto agli anni passati in Italia, quindi, si sta prendendo coscienza della grande importanza di, visti i costi per importare le materie prime (ricordiamoci che siamo una nazione di grandi trasformatori costretti a procurarci i materiali all’estero…) sfruttare al massimo tutto ciò che viene scartato al termine del ciclo di vita di qualsiasi oggetto. Ad esempio si è visto un grande aumento del recupero degli imballaggi (poco più di otto milioni di tonnellate. Nel 2014 era di un milione di tonnellate in meno), degli elementi elettronici ed elettrici. Tuttavia il materiale più riciclato è la carta (80%) seguita dal vetro e dai metalli (acciaio e alluminio intorno al 70%). In aumento anche il recupero di materie plastiche e del legno.

Le regioni dove si ricicla di più sono quelle centro settentrionali ma, anche se un poco in ritardo, le regioni del meridione italiano sono in recupero, anche se ci sarà bisogno di un’ulteriore campagna di sensibilizzazione per accelerare questo svantaggio.

Questi dati presentano un notevole passo in avanti della campagna di sensibilizzazione soprattutto per il rispetto dell’ambiente e che permette alle nostre industrie di risparmiare sull’acquisto di nuove materia prime da altri paesi e sul consumo di energia. Con meno scarti e con più riciclo le industrie italiane possono meglio competere con i colleghi dei paesi della comunità e non.

In conclusione, vedendo questi buoni risultati del 2015, tenendo d’occhio i dati del 2016 che ancora non ci sono pervenuti, ci auguriamo che nel 2017 ci sia un ulteriore balzo in avanti nel recupero e riutilizzo dei materiali dai rifiuti urbani.

(Fonte: Ansa-Ambiente)

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CC BY-NC-ND 4.0 In Italia sempre più forte l’industria del riciclo by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.