Gentili lettori, se il mese di giugno si è concluso con giornate soleggiate e temperature elevate, luglio, se possibile, farà ancora di meglio o, se vogliamo, a seconda dei gusti, ancora di peggio. I primi 4/5 giorni del mese hanno tutta l’intenzione di essere ad oggi i più caldi dell’anno con temperature che in molte zone del paese supereranno facilmente i 35° ma anche i 38° e la notte faranno fatica a scendere sotto i 26°. Si parla ovviamente di zone pianeggianti sia dell’entroterra che spesso anche nei pressi del mare dove la speranza è tutta da riporre nella brezza marina in grado di attutire in parte il senso di calore. Esiste però una discreta possibilità che tra sabato 5 e lunedì 7 si possa assistere ad un temporaneo abbassamento del fronte fresco perturbato ad investire il centro nord del paese dando vita ad un abbassamento sensibile delle temperature e ad alcuni temporali che, data l’energia in gioco a causa delle precedenti giornate di calore, potrebbero essere anche intensi. Alcune proiezioni modellistiche vedono la possibilità che si venga a creare una sorta di “ferita” in seno all’alta pressione con prosecuzione di un periodo meno caldo ed instabile fin verso il giorno 10 del mese. Ad ogni modo, tale tendenza non può essere confermata in questa sede in quanto è risaputo come gli stessi modelli molto spesso, con il passare dei giorni e delle emissioni, tendano a correggere il tiro a favore di una più rapida ed efficace ripresa dell’alta pressione. Occorre quindi attendere qualche giorno prima di conoscere la realtà dei fatti. Ciò che invece è più facile da prevedere è come, in seguito a questo break temporalesco, si possa assistere ad una nuova rimonta altopressoria con temperature ancora elevate a caratterizzare la parte rimanente del mese.

È inutile negare che stiamo vivendo in una delle epoche più calde della storia climatica: la speranza è che questo trend possa essere prima o poi invertito e che il fattore antropogenico non vada a condizionare irrimediabilmente il futuro dello stesso pianeta. Se le speranze vanno riposte su chi determina le politiche globali allora non c’è molto da stare tranquilli, visto che i grandi interessi economici la fanno da padrone. E’ sotto gli occhi di tutti anche la posizione statunitense dopo il recente cambio di governo. In questo caso il negazionismo Trumpista è ben evidente e ben poco promettente. Ad ogni modo è difficile che chi scrive e chi legge questo articolo possa avere il tempo a disposizione per vedere la fine di questo trend climatico dal momento che è proprio difficile immaginare, nel giro di pochi decenni, una svolta evidente a meno che non entrino in ballo grandi fenomeni naturali che già nei secoli e millenni di storia passata hanno ribaltato il trend precedente. Parlo di grandi eruzioni vulcaniche in grado di immettere in stratosfera ingenti quantità di anidride solforosa, polveri e ceneri vulcaniche, oppure un arresto della circolazione oceanica (AMOC) o ancora un grande minimo solare. In realtà, sono tutti eventi difficilmente prevedibili e che potrebbe anche verificarsi in qualsiasi momento (da anni ad esempio si sta parlando di un indebolimento della corrente atlantica a causa proprio dello scioglimento dei ghiacci che provoca il raffreddamento e la perdita di salinità dell’acqua) ma, anche se questi eventi estremi si verificassero, la domanda è quale tipo di impatto potrebbero avere in un clima dei giorni nostri, così condizionato dalle politiche economiche ed industriali. Sarebbe bello conoscere la risposta, ma in fondo la durata di una singola vita umana è ben poca cosa rispetto alle ere climatiche. Buona estate a tutti ed arrivederci a settembre.

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