Nel paesaggio toscano e dentro l’opera d’arte

Articolo pubblicato su IUA n° 6, Anno III, Giugno 2016

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Talvolta un paesaggio ci sembra simile a un’opera d’arte, tanto è armonioso nel suo insieme per la presenza discreta di vecchie case, per la campagna coltivata e per i contorni morbidi delle colline, che si perdono verso l’orizzonte. Ecco che, come per paradosso, percorrendo la strada che da Firenze sale verso Impruneta, provenendo da Tavarnuzze, possiamo vedere una porzione di paesaggio toscano incorniciata da un’opera d’arte.

Passata la curva, subito dopo un antico complesso conventuale, ci sorprende un anello in terracotta di grandi dimensioni dello scultore Mauro Staccioli. Il cerchio, che misura un diametro di oltre sette metri, si inserisce d’improvviso nel contesto paesaggistico che stiamo attraversando come elemento nuovo, ma anche appartenente.

5L’opera è stata realizzata nel 2009 per il novantesimo anniversario di attività della fornace Ugo Poggi. In tale occasione, gli attuali proprietari hanno invitato l’artista a cimentarsi per la prima volta con un materiale per lui 1insolito: la terracotta, che rappresenta, oltre al lavoro dei committenti, la principale tradizione del posto.

Solo a seguito di varie proposte, si sceglie questo Anello, che viene a circoscrivere al suo interno una parte definita del panorama, dove la vista si concentra, facendoci cogliere con più attenzione le peculiarità di quella zona, che mutano col variare della luce e delle stagioni.

Nato a Volterra nel 1937, Staccioli, dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, si dedica dalla fine degli anni Sessanta alla scultura, elaborando le sue opere in stretta sintonia con la società e lo spazio urbano. Il suo percorso di ricerca, che lo vede largamente apprezzato e conosciuto a livello internazionale, lo ha indirizzato verso una scultura che si pone in stretta correlazione con il territorio per il quale e nel quale viene eseguita. Studia gli ambienti, la storia e le caratteristiche dei luoghi, “segnandoli” e modificandone la percezione pur utilizzando forme semplici. Stabilisce una relazione col paesaggio, che ne è dominato e interrotto, ma nello stesso tempo le sue geometrie riescono a catturarne con leggerezza l’essenza in una sorta di dialogo formale.3

E’ stato rilevato come il linguaggio di questo artista sia strettamente affine all’architettura, nel senso che la sua opera presenta almeno tre caratteri di similarità: il fare grande, la relazione con lo spazio e la tipologia dei materiali, quali cemento e ferro e, in questo caso, anche terracotta.

Come l’architettura sfida le leggi della statica e le condizioni ambientali, così anche per questa scultura, che appare sospesa e in precario equilibrio, si è dovuto pensare in termini ingegneristici per garantirne la stabilità e le condizioni di sicurezza.

2L’intero sviluppo della circonferenza possiede infatti un’anima tubolare d’acciaio, il cui progetto strutturale è stato curato da Mauro Matteuzzi, ingegnere fiorentino, assieme a maestranze locali. Questa struttura è stata poi rivestita da conci in cotto a sezione triangolare, inseriti in opera attraverso una finestra d’ingresso lasciata libera sulla sommità del telaio metallico. E’ stata ancorata alla base in modo pressoché invisibile da un grosso dado in calcestruzzo, che costituisce la zavorra stabilizzante per affrontare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali.

La scultura – moderna porta d’ingresso al paese – ci invita a proseguire per visitare ancora una volta il santuario di Santa Maria dell’Impruneta col suo prezioso tesoro, esposto nell’attiguo museo; la settecentesca fornace Agresti, recentemente restaurata (aperta al 4pubblico in occasioni particolari) e per trovare infine un altro singolare motivo di sosta.

Nella principale piazza Buondelmonti è posto all’interno di un discusso allestimento, pensato proprio per questo oggetto, un’enorme blocco di rame nativo di più di sette quintali di peso, recuperato nel 1998 nelle vicinanze di una vecchia miniera. E’ stato qui collocato a ricordo dei lavori minerari per l’estrazione del rame, di cui il territorio imprunetino è ricco.

Dunque, non si può che concludere sottolineando come il lavoro dell’uomo, testimoniato dalla tuttora vitale rilevanza produttiva nella lavorazione della terracotta, si intrecci in maniera eccellente col paesaggio toscano con la storia e con l’arte. Cosa si vuole di più!

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CC BY-NC-ND 4.0 Toscana – Un’installazione di Mauro Staccioli a Impruneta by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.