Articolo pubblicato su IUA n° 2, Anno III, Febbraio 2016

Accade spesso, forse troppo spesso, che animali selvatici siano vittime di incidenti stradali, oltre a quelli domestici, cani e gatti in testa. La sopravvivenza, almeno a livello locale, di alcune specie è stata addirittura messa in pericolo dalle vere e proprie morìe dovute a questo fattore, come è accaduto, ad esempio, ai porcospini, notoriamente lenti nell’attraversare la viabilità.
Siamo, quindi, abituati a incontrare i corpicini straziati di questi animali; alcuni di noi non ci fanno più nemmeno caso; altri, come il sottoscritto, forse dotati di un eccesso di sensibilità, non riescono proprio a farsi una ragione di questa ecatombe e a distogliere gli occhi e la mente.
Tuttavia, a pochi, forse a nessuno, è capitato di osservare un caso come quello che sto per narrare.
E’ accaduto pochi anni fa, quasi all’ingresso del paese in cui vivo, dove un lungo ponte immette nel centro abitato. Intorno, bisogna sottolinearlo, ci sono molti boschi, anche se, vi direbbe un forestale, di scarso pregio: in prevalenza, querceti piuttosto giovani, misti a un fitto sottobosco e a varie altre piante. Una mattina, passando sul ponte in auto, notai uno strano animale a terra, senza dubbio finito sotto le ruote di qualche auto. Le dimensioni erano quelle di un gatto, nemmeno grosso, ma il resto assolutamente no. La bestiola era morta, ma era ancora possibile vedere che era dotata di una folta pelliccia marrone scuro; il muso, piuttosto appuntito, denotava un piccolo predatore. Una donnola, una faina? O che altro? Un particolare atttasse la mia attenzione, e mi balenarono in mente
i versi di un grande, e quasi dimenticato, poeta italiano del secolo scorso, Giorgio Orelli:

A quest’ora la martora chi sa
dove fugge con la sua gola d’arancia.
Tra i lampi forse s’arrampica, sta
col muso aguzzoin giù sul pino e spia
mentre riscoppia la fucileria.

La breve composizione s’intitola “Frammento della martora”, e proprio in essa identificai la vittima.
Il particolare che mi aveva chiarito le idee è proprio quello messo in luce da Orelli: il colore giallo-aranciato del petto.
La martora appartiene alla famiglia dei Mustelidi, come la puzzola, l’ermellino e gli altri due animaletti sopra citati. Vive soprattutto nei boschi, dove caccia in prevalenza roditori e uccelli (è un temibile predatore di nidi, data la sua capacità di arrampicarsi sugli alberi). Non si avvicina perciò molto spesso alle dimore dell’uomo, e nemmeno ai pollai, per cui è sconosciuta ai più, mentre volpe, faina e donnola hanno una fama, anche troppo sinistra, di rubagalline matricolate.
Una piccola caratteristica la differenzia dai “cugini”: ha il pollice opponibile alle altre dita, proprio come noi, e ciò le permette di afferrarsi ai rami e di salire con agilità.
Credo che l’unica cosa notissima della Martora sia la sua pelliccia, un tempo, nemmeno troppo lontano, molto apprezzata dalle signore eleganti…
E qui finisce la lezioncina di zoologia e comincia il mistero.
Sì, perchè il corpo della bestiola fu rimosso, di lì a qualche ora, dagli stradini (come ebbi occasione di notare), ma, due giorni appresso, in quel preciso punto, trovai un’altra martora, uccisa con le stesse modalità. Ora, esclusa a priori la resurrezione e una nuova morte, cosa pensare? O che sto diventando vecchio e, presumibilmente, rimbecillito, oppure che un secondo individuo, della stessa specie, sia andato a cercare il “parente” e, trattenutosi troppo sul luogo, abbia trovato una fine identica. La spiegazione può risultare etologicamente corretta, se si pensa che le martore hanno un olfatto assai sviluppato e lanciano, agli amici e ai nemici, “messaggi” odorosi, secernendo un liquido da apposite ghiandole, un po’ come fanno anche i gatti quando vi “marcano” con quelle che, apparentemente, sono “testatine” affettuose. Ma quale grado di parentela vi era tra i due defunti? Le martore non sono certo note per vivere in coppia (dopo la copula, ognuno per la sua strada..) ed è sicuramente più probabile che fossero due giovani fratelli (restano a vivere con la madre per parecchi mesi, fino a completa maturazione e…istruzione per cavarsela da soli) oppure una madre e il figlio troppo imprudente.. Non avremo mai una risposta.

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