Articolo pubblicato su IUA n° 9, Anno II, Ottobre 2015

Molti sono in Toscana gli alberi monumentali, i “patriarchi verdi” che meritano rispetto e protezione.

Non il più vecchio, ma uno dei più spettacolari è senz’altro la Querce delle Checche, che si trova in Val d’Orcia, presso Pienza. È quindi situata in uno dei paesaggi che hanno meritato dall’UNESCO il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità”, e ciò avvalora ancor di più la sua presenza.

Si tratta di un imponente esemplare di Roverella (Quercus pusbescens), la circonferenza del cui tronco raggiunge i quattro metri e mezzo; ha un’età presumibile di circa 370 anni.

Questo vuol dire che, al tempo della Rivoluzione francese, era un albero già molto vecchio e che quando Garibaldi passò da queste parti (non sappiamo se si fermò ad ammirarla) era già un esemplare gigantesco e vetusto.

Il suo nome deriva da quello vernacolare delle Gazze (qui chiamate Checche, appunto) che tra i suoi rami costruiscono il nido. Intorno ad essa sono nate varie leggende: naturalmente, come per ogni esemplare arboreo così particolare, si narra che, sotto la sua chioma, si riunissero le streghe. Quel che è certo è che sotto di essa fu conservato un deposito di armi e munizioni, da parte dei partigiani, durante la Resistenza. Più recentemente, ha ispirato a un autore e cantante da poco scomparso, Mango, una bella canzone intitolata “L’Albero delle Fate”.

La bellezza e la notorietà, come il fatto di sorgere nelle immediate vicinanze di una strada asfaltata, non hanno però portato fortuna a questa Quercia; troppo spesso, infatti, la gente vi si avvicinava senza alcun rispetto. Ho visto, coi miei occhi, nel negozio di un fotografo, una foto in cui due corpulenti novelli sposi si sedevano su uno dei rami più bassi per farsi immortalare, ed è proprio in questo modo che, circa un anno fa, un ramo lungo più o meno una decina di metri è stato troncato.

Per fortuna, è scattata subito una reazione di solidarietà nei confronti del vecchio patriarca: si è formata un’associazione (“S.O.S. Quercia delle Checche”) cui hanno aderito migliaia di persone, il cui parere ha avuto un peso determinante nel far sì che la Regione Toscana, all’inizio del 2015, dichiarasse questo esemplare “Albero Monumentale”. E’ stata costruita una recinzione, sono stati posti dei cartelli e, a quanto pare, la salute della Quercia è ora monitorata dai botanici.

Ma l’unica protezione valida è la sensibilizzazione della gente che si ferma qui per ammirarla (vi è un apposito parcheggio), sperando che non venga in mente a qualche altro incosciente di sedersi su un ramo…

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Toscana – La Querce delle Checche, un patriarca che va difeso di Gianni Marucelli © 2015 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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