Articolo pubblicato su IUA n° 3, Anno V, Marzo 2018

Il Forum “Salvare il paesaggio” presenta una legge per contrastarne la distruzione

È un problema cui raramente pensiamo, ma che, a differenza dell’inquinamento atmosferico o di quello idrico, non percepibile dai nostri occhi, è giornalmente sotto di essi: si tratta del consumo del suolo, un bene che non si produce né si compra da nessuna parte. Nelle nazioni industrializzate è diventato drammatico, e tale si presenta anche per l’Italia.

Destinare un terreno alla cementificazione è perderlo per sempre per altri fini, come la coltivazione. Se poi si apprende che il nostro pianeta (dati del Graham Center per il Futuro Sostenibile, Università di Sheffield) ha perduto, per inquinamento ed erosione, un terzo della superficie coltivabile, si allargano le dimensioni del problema a livelli globali.

Tornando al nostro Paese, ogni giorno viene cementificata una superficie di 35 ettari, pari a parecchi campi di calcio. Senza una vera necessità, perché, in realtà, abbiamo case, capannoni e altre strutture in esubero: ben 7 milioni di abitazioni non utilizzate, 700.000 capannoni dismessi, 500.000 negozi definitivamente chiusi, 55.000 immobili confiscati alle mafie; ai quali dobbiamo aggiungere 91.000 immobili di nuova costruzione invenduti.

Questo, in presenza di una popolazione numericamente stabile, quando non in declino.

Per visualizzare nella nostra mente il modo dissennato con cui, dal dopoguerra a oggi, abbiamo distrutto la terra su cui viviamo, basta pensare ai tremila chilometri del nostro litorale, da Ventimiglia a Trieste passando per Reggio Calabria e mettendo anche in conto le due grandi isole, Sicilia e Sardegna.

Sono stati cementificati in modo tale che è difficile trovare non dico cento, ma anche soli dieci chilometri continuativi di costa ancora intatta.

E gli esempi dei terreni di pianura orribilmente devastati si sprecano, a cominciare dalla campagna romana, in un tempo neppure così lontano luogo bellissimo in cui storia, cultura e natura si sposavano in modo splendido.

Per fronteggiare una situazione davvero non più sostenibile, da anni il Forum “Salvare il paesaggio”, che riunisce moltissime Associazioni e un team di tutto rispetto di specialisti, sta lavorando a una nuova legge di tutela del suolo.

Ora la legge è pronta e, in attesa che il nuovo Parlamento si insedi e cominci il proprio lavoro, il testo viene portato all’attenzione di tutti i cittadini, in particolare dei politici che potranno sostenerlo e farlo approvare.

Riportiamo qui alcuni brani della lettera che il Forum ha inviato:

Dieci articoli per una legge contro il consumo di suolo, per fermare “la modifica o la perdita della superficie agricola, naturale, seminaturale o libera, a seguito d’interventi di copertura artificiale del suolo, di trasformazione mediante la realizzazione – entro e fuori terra – di costruzioni, infrastrutture e servizi o provocata da azioni, quali asportazione ed impermeabilizzazione”.
Dieci articoli per una legge attesa da decenni o, almeno, dal 2009, quando un’ampia aggregazione nazionale di associazioni, comitati e singoli cittadini rese evidente l’insostenibile peso della speculazione edilizia.
Dieci articoli per una legge dal basso, dopo che lo scioglimento delle Camere ha sancito la fine ingloriosa del testo arenatosi al Senato, che ha vanificato lo sforzo avviato all’inizio della legislatura e l’impegno di tanti che avevano prestato il proprio servizio al Paese, producendo osservazioni, partecipando ad audizioni.

Un fallimento, quello della politica, che ci obbliga a riprendere con energia la battaglia, perché di battaglia si tratta, per arrestare subito il consumo di territorio. Arrestare e non limitare o ridurre. Perché quello che serve oggi è un taglio netto. Un obbligo per legge – spiega il Forum Salviamo il Paesaggio, promotore del progetto di legge -. Una legge che oltre a porre la parola “fine” al film ‘Le mani sulla città’ che va in onda ininterrottamente dal secondo Dopoguerra, punti tutto sul recupero dell’enorme patrimonio edilizio esistente, sulla bonifica e riconversione ecologica delle immense aree dismesse e abbandonate (una vera e propria emergenza diffusa su tutto il territorio nazionale che deve vedere lo Stato applicare il principio costituzionale che prevede la tutela della proprietà privata solo se questa ha una funzione sociale), sulla valorizzazione urbanistica, sociale, economica e culturale sia dei centri storici e sia delle periferie dormitorio cresciute fuori dalle mura e ai margini delle autostrade”.

La legge che oggi il Forum Salviamo il Paesaggio presenta e mette a disposizione del nostro Paese è stata scritta dal basso, frutto del lungo lavoro di un folto gruppo di esperti e arricchito dalle ulteriori proposte di tutte le migliaia di suoi aderenti e delle oltre 1.000 organizzazioni che lo compongono.
 Dieci articoli che se approvati dal Parlamento Italiano sarebbero la mera l’applicazione della nostra Costituzione, pur sembrando una vera rivoluzione.

Una legge per la quale il Forum Salviamo il Paesaggio è pronto a raccogliere le firme dei cittadini, dopo averla presentata all’attenzione della prossima XVIII legislatura della Repubblica Italiana.

Nove anni fa, il 24 gennaio 2009, a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, veniva promosso il manifesto della campagna “Stop al consumo di territorio”: “Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto. Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari.
Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto. La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!”

A quel pensiero è ancorata l’azione del Forum, costituito nel 2011: dopo avere registrato l’entrata del tema emergenziale del consumo di suolo all’interno dell’agenda “politica” e del Parlamento, ha dovuto però constatare che alle parole non seguissero norme stringenti.

La lettera ci trova pienamente d’accordo; e, mentre informiamo i nostri lettori che il testo della Legge, elaborato dal gruppo di specialisti del Forum, è disponibile sul web, auspichiamo che il nuovo Parlamento faccia semplicemente il proprio dovere, e la discuta e approvi in tempi brevi.

 

Fonte delle immagini: www.salviamoilpaesaggio.it

 

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CC BY-NC-ND 4.0 UNA LEGGE PER FERMARE IL CONSUMO DEL SUOLO by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.