Una recensione pubblicata su IUA n° 11, Anno IV, Dicembre 2017

Carlo Menzinger di Preussenthal lo conosco da molti anni quando frequentavamo entrambi la storica fucina di scrittori che è Libero di Scrivere (www.liberodiscrivere). Abbiamo avuto l’occasione di incontrarci alla presentazione di un’antologia di poesie e racconti di vari amici autori di cui sono stato uno dei curatori “Il volo dello Struffello”. Quel giorno ha rappresentato una tappa importante per me… quel libro costituiva il primo lavoro serio che mi ha spinto, in seguito, a collaborare in un’altra antologia: Ucronie per il terzo millennio curato da Carlo Menzinger di Preussenthal. Quando mi fu proposto di far parte di questa nuova schiera di autori ho subito accettato perché sapevo già che cosa era la letteratura ucronica. Avevo letto in precedenza Fatherland di Robert Harris e nel 2001 il libro di Cowley e Peru intitolato La storia fatta con i sé. Non nascondo che non è stato proprio facile scrivere dei racconti ucronici ma alla fine, dopo aver ristudiato con più accuratezza la storia, sono riuscito a produrre allostoria (altro nome dell’Ucronia).

Via da Sparta. Il sogno del Ragno non è il primo romanzo di Carlo che ho letto ma credo che quest’ultimo segni un passo davvero importante (senza nulla togliere al Colombo divergente, a Giovanna e l’Angelo, al Settimo Plenilunio – scritto insieme a Simonetta Bumbi – che sono dei bellissimi lavori) nel suo “modo di scrivere”. La prima cosa che ho notato in questo romanzo è la ricerca. Carlo, da appassionato di Storia, non raccoglie la superficie del nostro passato, ma vi si addentra cercando di comprendere e riportare alla luce i “reperti” utili per la sua conoscenza. È a quel punto che interviene la mano dell’ucronista, stravolgendo completamente il vero corso della storia senza mai perdere di vista alcuni elementi che l’hanno caratterizzata. E per far questo ci vogliono delle solide basi e, per creare un romanzo in questo contesto allostorico, tanta fantasia. Via da Sparta. Il Sogno del Ragno ci proietta nel mondo di un oggi diviso in due blocchi di potere: uno è dominato dagli Spartani con le leggi dell’antichità. Un impero senza strade dove la tecnologia si basa prevalentemente sull’industria della guerra e sul miglioramento della specie guerriera. L’altro blocco è dominato dall’impero Nipponico. Una saga ben ideata e quindi ben scritta da Carlo dove s’intrecciano, nel finale di questo primo volume – sì, perché so che ci sarà un seguito – le vicende di Aracne, una ragazza ilota della provincia Vitellia (in parole povere l’Italia), e di Nymphodora una ragazza spartiate di Sparta ribattezzata Lacedemone che costituiscono entrambe il seme di una certa ribellione alle regole ferree dell’impero.

La lettura del romanzo scorre piacevole e avvincente dall’inizio al termine di questo che costituisce la prima parte della saga di Via da Sparta. Un romanzo che io consiglio a tutti.

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CC BY-NC-ND 4.0 Recensione del romanzo Via da Sparta, il sogno del Ragno di Carlo Menzinger di Preussenthal by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.