Di Guido Moggi

Prof. Guido Moggi

Il prof. Guido Moggi, illustre botanico dell’Università di Firenze e, con i suoi 90 anni, decano dei Soci di Pro Natura Firenze, pubblicò nel 1990 il saggio che qui riproponiamo, con l’intento di rendergli il dovuto omaggio in occasione della visita dell’isola programmata per il prossimo Aprile da questa rivista e dall’Associazione citata. La Redazione ha apportato qualche marginale modifica al testo originale, adeguandolo alle mutate circostanze storiche. Il saggio verrà pubblicato in due parti sia sul nostro sito sia nella rivista scaricabile in PDF. Inoltre, entro breve sarà pubblicato un mini-e-book scaricabile gratuitamente direttamente dal sito della nostra rivista.

3. La Gorgona

L’ISOLA DI GORGONA, UN GIOIELLO NATURALISTICO DELL’ARCIPELAGO TOSCANO – Prima parte

1. Cartina dell’Arcipelago Toscano

Le isole sono, com’è noto, insieme con le montagne, le grandi distese forestali ecc., alcune tra le zone di maggior significato naturalistico a causa del loro isolamento, della loro storia geologica ecc., e quindi del loro peculiare popolamento floristico e faunistico. Anche l’Arcipelago Toscano rientra fra le aree insulari italiane di maggior interesse dal punto di vista biologico (e non solo biologico).

Tuttavia la conoscenza naturalistica delle isole dell’Arcipelago è molto discontinua, tanto che proprio negli ultimi decenni si sono sviluppati o si stanno sviluppando studi e ricerche sulla flora, la fauna, la geologia, la biologia marina in quasi tutte le isole.

Fra queste, un aspetto particolare riveste l’isola di Gorgona, la più settentrionale di tutto l’Arcipelago, fino a non molto tempo fa poco conosciuta dal punto di vista naturalistico a causa del suo isolamento e della difficoltà di accesso, dovuta alla presenza di un penitenziario da circa un secolo e mezzo.

Le ricerche sulla flora dell’isola hanno messo in evidenza alcuni aspetti molto significativi della sua composizione floristica, in molti casi assai diversa da quella delle altre isole dell’Arcipelago.

Piccolo e aspro scoglio di appena 2,3 km quadrati di superficie, la Gorgona si rivela un interessante concentrato di flora mediterranea, specialmente in quella flora fugace che caratterizza ampiamente i territori circummediterranei. A ciò va aggiunto che l’isola è stata da molti secoli assoggettata all’azione dell’uomo, anche se limitata e moderata, ciò che ha contribuito a modificare parzialmente alcuni aspetti, specialmente in seguito agli interventi avvenuti negli ultimi tre secoli.

2. La Gorgona
4. La Gorgona

Cenni storiciNonostante la sua posizione isolata nell’alto Tirreno e il suo scarso interesse dal punto di vista strategico e logistico, l’isola è stata certamente abitata fin dall’epoca romana (l’antica “Urgon” di Plinio), come testimoniano alcuni resti di muro a “opus reticulatum” presenti presso il porticciolo, e il relitto di una nave su un fondale a Cala dei Giunchi. Intorno al IV secolo, sembra che essa fosse abitata da alcuni eremiti; fra questi va ricordato S. Gorgonio, martire romano del III sec., che si dice fosse vissuto qui a lungo in solitudine, tanto che anche oggi un grosso anfratto sul lato sud dell’isola (non sappiamo con quanta veridicità) porta il nome di “grotta di San Gorgonio”.

Dopo queste sporadiche presenze, i primi insediamenti di un certo rilievo si ebbero solo alla fine del VI sec. Per opera di monaci della diocesi di Luni, che vi furono inviati per le gravi infrazioni commesse durante la loro attività sacerdotale. Intanto, su invito di San Gregorio Magno, i monaci benedettini, che già possedevano proprietà in Corsica, decisero di stabilirsi a Gorgona e lì s’insediarono stabilmente (restandovi per più di sette secoli), dando inizio alle prime costruzioni e coltivazioni dell’isola. Nel 1074, infatti, sotto il pontificato di Gregorio VII, fu costruita la prima chiesa, i sui resti esistono tuttora nel cosiddetto Pian de’ Morti (oggi Villa Margherita). A quell’epoca sembra che si possa far risalire anche un’area coltivata, che ha conservato fino al secolo scorso il nome di “Giardin de’ Frati”, situata presso Casa Colonica.

Nel sec. XI la Chiesa, per iniziativa del Papa Alessandro II, annesse l’isola ai possedimenti ecclesiastici, e ciò provocò i risentimenti della Repubblica di Pisa, che vedeva nell’isola un possibile avamposto dei suoi territori.

Nel secolo successivo, durante le guerre tra Pisa e Genova gli Abati dell’isola si adoperarono, anche se inutilmente, come mediatori; successivamente, intorno alla metà del Trecento i pisani, per contrastare l’egemonia genovese, decisero di creare un baluardo difensivo a Gorgona, costruendo il Castello di Torre Vecchia, massiccia costruzione situata sul lato occidentale, che esiste tuttora – anche se in parte rovinata – a dominare il paesaggio circostante e il mare, anche a grande distanza.

7. La Torre Vecchia

Si giunge infine al 1284: il 6 agosto, alla battaglia della Meloria, la Repubblica di Pisa viene sconfitta dalla rivale. Ciò rappresentò, anche per Gorgona, l’inizio di un periodo di declino, legato in parte anche alla presenza di una guarnigione militare. Infatti, il permanere dei soldati pisani, se da una parte era malvisto dai monaci perché creava ovvi motivi di disturbo, dall’altra contribuiva a difendere l’isola stessa da attacchi esterni, soprattutto di tipo piratesco. Dopo quella data, infatti, diventano sempre più frequenti le incursioni dei pirati saraceni, tanto che alla fine i benedettini furono costretti, nel 1373, da abbandonare l’isola. La Chiesa, tuttavia, non voleva rinunciare al possesso e pertanto già l’anno dopo Papa Gregorio XI affidava Gorgona alla Certosa di Calci (PI); immediatamente i Certosini vi si insediarono stabilmente e attivamente, tanto che, nell’autunno del 1375 visitò l’isola S. Caterina da Siena, per portare ai monaci la sua voce e il suo spirito animatore.

6 Puta Cala Maestra

La permanenza dei Certosini durò, con alterne vicende e in modo saltuario, fino al 1777, tuttavia i primi secoli del loro insediamento appaiono molto burrascosi a causa, principalmente, dei frequenti attacchi dei Saraceni. Già nel 1425 i monaci furono costretti ad abbandonare l’isola, quando erano più di quaranta e avevano avviato ampie coltivazioni e costruito un convento, dei mulini ecc., che però vennero interamente distrutti dalle scorribande piratesche.

Nella seconda metà del ‘400 la Repubblica Fiorentina preso possesso di Gorgona e, con grandi contrasti con l’autorità ecclesiastica che non rinunciava alla proprietà, vi insediò una guarnigione, che fu poi confermata sotto la dinastia medicea. Intorno alla metà del ‘500 Cosimo I cedette l’isola ai monaci basiliani, ma la loro permanenza durò pochi decenni.

Durante il secolo successivo sembra che l’isola fosse poco abitata: è certo però che verso la fine del ‘600 vi tornarono alcuni certosini, i quali però si trovarono presto in contrasto con i pochi pescatori che risiedevano saltuariamente a Gorgona e con i militari della guarnigione granducale.

Agli inizi del 1700 Cosimo III dava l’avvio alla costruzione della Torre Nuova, elegante edificio quadrato in mattoni posto sopra lo Scalo Maestro, che domina l’accesso all’isola da est.

La presenza sempre più massiccia del Granducato aumentò tuttavia il malcontento dei monaci e il risentimento della Chiesa, che ne rivendicava la proprietà, mai ceduta; alla fine si giunse a un accordo tra il Prore della Certosa di Calci e il Granduca, in seguito al quale quest’ultimo riconosceva alla Chiesa la proprietà dell’isola e di tutti i suoi beni e quindi autorizzava il rientro dei monaci e la ripresa della loro attività, mentre i certosini si assoggettavano ad una serie di disposizioni a vantaggio del governo granducale, dei soldati e dei pescatori.

9. Cala dello Scalo

In seguito a questo accordo l’isola rifiorì grandemente: aumentò la popolazione dei monaci e dei pescatori, i quali riuscirono a convivere con la guarnigione, che era autorizzata all’uso di una parte del terreno e a utilizzare il legname per i suoi scopi (“jus lignandi”). In questo periodo, i monaci dettero l’avvio a nuove costruzioni ed estesero, migliorandole, le colture: fu eretta la chiesa, che esiste tuttora; fu abbandonato il vecchio Monastero al Pian de’ Morti e ne fu costruito uno nuovo ai lati della chiesa; furono costruiti nuovi magazzini a Le Capanne e sopra la Cala dello Scalo; furono eretti altri magazzini e fu perforato un pozzo di acqua potabile a Cala Martina. Inoltre, dopo un adeguato trattamento del terreno, furono piantati al Pian de’ Morti, alle Capanne e nella valle dello Scalo viti, alberi da frutto e olivi, i quali ultimi nel 1707 dettero il loro primo frutto consistente in ben diciannove fiaschi di olio.

Durante il XVIII sec. L’isola godette di un periodo di prosperità inconsueto: le colture dettero buoni risultati, la pesca delle acciughe era una florida attività, i contatti con la terraferma erano frequenti, la popolazione si accresceva. Intorno alla metà del secolo, gli abitanti erano una settantina e nel 1740 l’Arcivescovo di Pisa giunse in Gorgona per cresimare sette giovani.

Tuttavia col passare del tempo il mantenimento delle attività agricole si rivelò fortemente dispendioso; inoltre nel 1767 una fortissima tempesta si abbatté sull’isola, distruggendo quasi tutte le coltivazioni e danneggiando molti edifici. Ma i monaci non si dettero per vinti: riparati i danni, tentarono di estendere le colture anche ad altre zone dell’isola, con risultati però poco soddisfacenti.

Va aggiunto inoltre che la Certosa di Calci attraversava un grave periodo di crisi, avendo perduto i possedimenti che aveva in Corsica e avendo dovuto provvedere alla riparazione dei danni di Gorgona. Per cui, dopo molte trattative, l’isola venne ceduta dalla Chiesa al Granducato di Toscana nel marzo del 1777. Terminava così, dopo undici secoli, il dominio ecclesiastico, caratterizzato per la maggior parte del tempo dalla presenza dei monaci certosini.

10. Cala Martina

Il Granduca Leopoldo, con la lungimiranza che lo contraddistingueva, tentò subito di valorizzare l’isola, emettendo nello stesso anno un editto che garantiva numerose facilitazioni a chi avesse voluto trasferirvisi ed esercitare l’attività di pescatore o di agricoltore. Nonostante le condizioni allettanti, pochi furono da allora gli abitanti dell’isola, e questa rimase abbandonata sia durante il periodo napoleonico che sotto Ferdinando III e Leopoldo II, Risulta che per alcuni anni il Granduca abbia ceduto Gorgona in affitto ad alcune famiglie, ma con scarso successo.

Finalmente nel 1860 l’isola, come il resto della Toscana, viene annessa al Regno d’Italia. Era il periodo della lotta al brigantaggio e il nuovo governo non trovò di meglio che inviare a Gorgona in domicilio coatto alcuni dei fuorusciti catturati, autorizzando il lavoro agricolo dove esistevano coltivazioni in atto. Visto il buon esito dell’iniziativa, nel 1869 fu istituita ufficialmente la Colonia Penale Agricola, dapprima come succursale di quella di Pianosa, poi, dal 1871, come penitenziario autonomo.

L’istituzione della Colonia Penale, tuttora esistente, modificò radicalmente la struttura dell’isola e ne permise un uso coordinato che è rimasto pressoché invariato fino a oggi, se si escludono temporanei avvicendamenti avvenuti in coincidenza con le due guerre mondiali. Durante la seconda guerra, ad esempio, Gorgona fu temporaneamente abbandonata e i detenuti trasferiti in continente; nel 1943 fu occupata dai tedeschi e successivamente dagli Alleati, che vi sbarcarono nel 1945 annientandovi la guarnigione tedesca e insediandovi per breve tempo un presidio militare. Infine, nel 1946, fu ripristinata la Colonia Penale, che dal 1996 convive con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, di cui Gorgona è parte integrante.

Continua…

Galleria fotografica

Fonte delle fotografie

  1. Arcipelago toscano – tuscanywalkingfestival.it
  2. Mappa della Gorgona – ufficioguide.it
  3. La Gorgona – firenzeformatofamiglia.it
  4. La Gorgona – ondamica.it
  5. Mappa della Gorgona – http://ripadiversilia.uoei.it
  6. Cala Maestra – intoscana.it
  7. La torre vecchia – http://irintronauti.altervista.org/isola-di-gorgona
  8. Gorgona – http://www.sicilyrentboat.com/en/itineraries/escursione-su-isola-di-gorgona.html
  9. Cala dello scalo – http://blog.tuscanyholidayrent.com/2016/03/the-penal-colony-island-gorgona-is-to-open-up-to-tourists/
  10. Cala Martina – http://irintronauti.altervista.org/isola-di-gorgona/
  11. Cala Scirocco – panoramio.com
  12. Il borgo – http://mapio.net/a/72687288/
  13. Torre nuova – https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Nuova_(Gorgona)
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CC BY-NC-ND 4.0 L’ISOLA DI GORGONA, UN GIOIELLO NATURALISTICO DELL’ARCIPELAGO TOSCANO – Prima parte by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.