Articolo pubblicato su IUA n° 3, Anno II, Marzo 2015

Olio di palma in panetti, nel colore chiaro successivo alla bollitura - Pubblico dominio
Olio di palma in panetti, nel colore chiaro successivo alla bollitura – Pubblico dominio

 Noi italiani non siamo un popolo molto dedito alla lettura. In netto contrasto con la quantità di libri pubblicati ogni anno nel nostro paese (circa sessantamila volumi), la percentuale dei cosiddetti “forti lettori” (ovvero quelli che leggono più di un libro al mese) stagna intorno al 6% circa.

Adesso qualcuno si chiederà che cosa c’incastra questa introduzione con il titolo dell’articolo. Se proprio volete trovare l’ago nel pagliaio, la mia risposta è: proprio un bel niente e proprio un bel “tutto”… Va bene, sono vago. Ho voluto mettere solo un pizzico di ironia. Riflettete: se la maggior parte degli italiani non legge un libro da secoli perché farlo è noioso o perché è una perdita di tempo, figuriamoci se si mette a leggere un’etichetta di un prodotto alimentare, cosmetico o altro.

Spesso ho sentito dire da tante persone: “Che le leggo a fare, non ci capisco niente…”. È una bella scusa, questa! Io l’ho sempre chiamata fatica! Perché basta chiedere a qualcuno meno “faticone” per avere un’informazione, anche se un po’ approssimativa, che spieghi il “problema”. Poi, in tempi come questi, basta accendere un computer, avere una connessione internet e trovi tutto quello che vuoi: informazione, controinformazione che informa e purtroppo disinforma… insomma la spiegazione è a portata di mano.

Naturalmente non sempre le etichette riportano con onestà il tipo di ingredienti utilizzati. Con la dicitura generica “olio vegetale” si possono nascondere infiniti tranelli per il consumatore ignaro oppure informato ma faticone.

Spesso e volentieri, dietro quel nome si cela l’onnipresente olio di palma che è sempre più mal visto dai salutisti, medici e dagli ambientalisti.

Il suo elevatissimo contenuto di grassi saturi lo rende in uno stato di semi solidità a temperatura ambiente. Questo facilità il suo trasporto evitando di utilizzare scomode e ingombranti cisterne.

L’olio di palma viene utilizzato in cosmetica per la preparazione di creme, saponi e altri prodotti per l’igiene della persona.

Ma l’impiego, a mio avviso, più deleterio per la nostra salute è quello alimentare. Trova largo impiego nei prodotti confezionati sia dolci che salati: crackers, grissini, fette biscottate, biscotti secchi o frollini, merendine per bambini. Viene usata anche per la preparazione delle margarine vegetali e nelle pasticcerie per la preparazione di glasse e creme e nei ristoranti per la frittura in quanto più economico del più salutare olio extravergine di oliva.

Piantagione di Palme da olio

E non è finita qui: in alcuni paesi sono state costruite centrali termiche che utilizzano l’olio di palma quale combustibile per creare elettricità. Nonostante vengano spacciate come strutture ecologiche, i fumi derivanti dalla sua combustione hanno una percentuale elevatissima di anidride carbonica rispetto a tanti altre sostanze cosiddette bio.

La sua pericolosità nel campo alimentare sta nell’utilizzo a lungo termine e non nella sua assunzione occasionale in quanto, il suo alto contenuto di grassi saturi non è controbilanciato dalla presenza nell’olio degli acidi grassi polinsaturi che sono in grado di controllare i livelli di LDL (lipoproteine a bassa densità), in altre parole il colesterolo cattivo.

L’industria dell’olio di palma non è catastrofica solo per la salute umana e animale, ma anche per l’ambiente.

Infatti, la coltivazione della palma per estrarre l’olio è considerata un vero e proprio flagello per le foreste tropicali.

La deforestazione di vaste aree del globo terrestre per impiantare coltivazioni della palma ha raggiunto livelli incredibili in Asia, nel Sud America (Brasile) e in Africa (Madagascar). In Malesia e in Indonesia, in poco più di una decina di anni (tra il 2000 e il 2011) si sono perduti circa 6 milioni di ettari di foresta tropicale, ovvero un territorio vasto quanto l’intera isola dell’Irlanda.

L’Irlanda vista dal satellite – Pubblico dominio

Quindi occorre leggere attentamente le etichette di un prodotto alimentare prima di contribuire alla distruzione delle foreste del nostro pianeta e, cosa molto grave, all’aumento dei livelli patologici di colesterolo ai vostri figli, abituati alle “innocue” merendine confezionate consumate ogni giorno a colazione e a merenda, oppure alle patatine fritte confezionate come contorno alle pietanze del pranzo o della cena e in tante altre leccornie prelibate pubblicizzate con ritmi incessanti alla TV.

Forse sarebbe il caso di tornare alla vecchia e “sana” fetta di pane e olio di oliva che i nostri nonni volevano propinarci quando eravamo fanciulli!

Licenza Creative CommonsOlio di palma: salute e ambiente a rischio? di Alberto Pestelli © 2015 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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CC BY-NC-ND 4.0 Olio di palma: salute e ambiente a rischio? by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.